La pagina è dedicata all’aggiornamento delle attività del Consiglio degli Affari Economici della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Chiari. Le informazioni sono aggregate a decorrere dal 2004. Cliccate sull’anno di riferimento per visualizzare i testi Buona navigazione!
Novembre 2004: nomina del nuovo Consiglio per gli Affari Economici A novembre 2004, il Prevosto, Mons. Rosario Verzeletti,
ha investito del ruolo di Consiglieri per gli Affari Economici i vicari
parrocchiali don Giovanni Amighetti e don Alberto Boscaglia. Come
collaboratori laici sono designati, per un mandato di durata quinquennale,
i sigg. Franco Baroni, Giuseppe Sigalini, Flavio Carradore, Oscar
Traversari, Luciano Mena, Sergio Piantoni e Rosanna Agostini-segretario
con funzioni di verbalizzazione. Dopo il rinnovo del Consiglio Pastorale
Parrocchiale del 16-17 aprile 2005, viene nominato il Consigliere Claudio
Merlo, designato dal CPP, introdotto in CPAE a decorrere dal 4 ottobre
2005. Stato Patrimoniale aggiornato della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Chiari Il Consiglio Parrocchiale per gli Affari Economici rende noto l’attuale Stato Patrimoniale della Parrocchia, con l’identificazione delle proprietà e gli immobili, dopo le variazioni patrimoniali risalenti al 1990 che hanno destinato beni immobili e terreni clarensi all’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero. La divulgazione dell’elenco aggiornato viene effettuata in nome della trasparenza delle funzioni del CPAE per fornire all’intera comunità una conoscenza precisa dei dati patrimoniali parrocchiali. L’elenco, aggiornato a dicembre 2006, fotografa la situazione reale, nella suddivisione che raggruppa le chiese e gli stabili adibiti ad altre funzioni. le chiese: il Duomo, Santa Maria e casa del sacrista, San Pietro Martire, San Lorenzo o dei Morti, la Disciplina, San Rocco e casa del custode, San Bernardino e casa curaziale, santuario della Beata Vergine di Caravaggio al Cimitero e casa custode, Beata Vergine Addolorata al Santellone con Oratorio e casa custode, San Luigi in via Varisco, San Giuseppe al Muradello, San Bernardo in via San Bernardo, San Giovanni in via Rudiano, Sant’Orsola, San Giacomo e casa custode, Santissima Trinità e casa custode, chiesa Mater Ecclesiae dell’Oratorio Rota. stabili e case: Palazzo Rivetti in Piazza Zanardelli-via Garibaldi:
abitazione di cinque sacerdoti; sede dell’Ufficio Parrocchiale, della
Biblioteca Parrocchiale Rivetti e della redazione del notiziario
parrocchiale L’Angelo; in parte ad uso residenziale privato e
commerciale. Note di bilancio nella gestione del Centro Giovanile 2000, dal 2001 al 2006 Nel periodo dal 2001 al 2006 sono stati regolarmente corrisposti i rimborsi del mutuo CONI acceso nel 1989 per l’avvio dei lavori di edificazione del CG2000. Il versamento comporta un’uscita annuale complessiva per le casse parrocchiali pari a 115mila113,54 euro, somma ripartita in due rate a scadenza semestrale, a giugno e settembre di ogni anno. A dicembre 2006 è stato versato il corrispondente della 13° rata di rimborso del Mutuo CONI; allo stato attuale, restano da corrispondere, per sanare il mutuo bancario, ancora sette rate, a scadenza semestrale. Si è realizzata con continuità, dal 2001 al 2006, l’iniziativa “Busta della generosità”, prevista ogni ultima domenica del mese e finalizzata a coprire il debito contratto per la costruzione del CG2000. Gli introiti, pur manifestando in forma congrua la generosità di quanti rispondono concretamente con costante disponibilità pecuniaria, purtroppo non sono in grado di eguagliare l’intero importo della cifra prevista per la rateazione del mutuo. Una forte riconoscenza viene espressa dalla Parrocchia per questa attenzione continuativa che la comunità di Chiari manifesta con segnali tangibili e solleciti a sostegno delle esigenze della pastorale giovanile Progetti di completamento delle strutture al Centro Giovanile 2000 Il completamento delle strutture del Centro Giovanile
2000 dalla Parrocchia di Chiari è essenziale allo svolgimento delle
dinamiche di Pastorale Giovanile adeguate alle esigenze attuali, per un
cammino di formazione cristiana dei ragazzi e dei giovani, da compiere,
secondo gli orientamenti diocesani, con il prezioso coinvolgimento delle
famiglie. Non risulta solamente importante qualificare nuovi spazi per
meglio programmare e realizzare l’azione pastorale giovanile. Il CG2000 si
propone, nelle aspettative della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita,
come Centro Polifunzionale e luogo elettivo di accoglienza delle famiglie
nell’itinerario dell’Iniziazione Cristiana. Con questa finalità, nel primo
semestre 2005 si è insediata una Commissione-Studio per valutare e
programmare i criteri di intervento al Centro Giovanile 2000. Il recupero
delle strutture non si limita ad una valorizzazione ambientale. Va inteso
come idonea sede di crescita della fede e come luogo di aggregazione
destinato, nella diversificazione degli edifici e degli itinerari
proposti, a differenti fasce d’età: un’attenzione specifica deve esser
specialmente rivolta ai bambini di età prescolare, pensando ad una
corresponsabilità educativa delle famiglie per una maturazione personale e
una formazione spirituale completa dei fanciulli. Senza dimenticare il
pieno e responsabile coinvolgimento dei ragazzi e dei giovani che vivono
da protagonisti gli spazi del CG2000. Soluzioni progettuali al CG2000 Nel 2006, il CPAE nomina una Commissione Tecnica con l’incarico di stilare un progetto preliminare di massima per definire in concreto le soluzioni per il CG2000, valutandone i costi di realizzo. In base al reperimento di fondi economici, sarà possibile dar seguito ad una futura progettazione esecutiva, in un tempo stimato probabile da due a cinque anni. La Commissione Tecnica risulta composta da don Alberto Boscaglia, Oscar Traversari, Flavio Carradore, Giuseppe Sigalini, Franco Baroni, Sergio Piantoni. A fronte dell’attuale condizione di disagio e di inutilizzo dei locali dell’ala più vecchia del CG2000, si ritiene urgente programmare un intervento di riammodernamento dello stabile fatiscente affacciato su viale Cadeo, secondo una visione unitaria che coinvolga le strutture del CG2000 nella sua globalità funzionale, per meglio qualificare l’azione pastorale giovanile. Valutando come determinante l’onere economico per risolvere la questione, appare significativo proporre una campagna di sensibilizzazione per sollecitare la possibile vendita di fabbricati di proprietà parrocchiale, risorse preziose da finalizzare come mezzi utili per contribuire ad improrogabili necessità economiche della comunità parrocchiale. Indicazioni progettuali di massima al CG2000 Le indicazioni progettuali di massima per l’avanzamento dei lavori al Centro Giovanile 2000 sono rappresentate da importanti strutture architettoniche da realizzarsi in futuro, con la costruzione del teatro, della zona di sosta e il recupero radicale dell’ala dell’Oratorio Sant’Agape, prospiciente viale Cadeo, con una cospicua previsione di spesa che si pone all’attenzione dell’intera comunità di Chiari. Abolita la realizzazione della palestra, come si prevedeva in origine, lo spazio interrato e seminterrato dell’area edificabile è destinato a parcheggio, per una dotazione definitiva di 266 posti-auto, a vantaggio dei frequentatori del CG2000. Il teatro di futura costruzione ha una capienza di 352 posti. Sono anche in cantiere soluzioni di interconnessione con lo stabile di viale Cadeo, radicalmente rinnovato. L’aspetto più importante del progetto di completamento delle strutture del CG2000 è da valutarsi alla luce della pastorale familiare, promossa e incentivata nel profilo definitivo degli ambienti previsti. Il settore della pastorale giovanile, infatti, deve interagire con la zona della “Parrocchia nascente”, cioè lo spazio di accoglienza per le famiglie giovani, secondo una logica continuità del messaggio educativo proposto dall’ambiente oratoriano. Le differenti parti costitutive, la zona “Nido-Famiglie”, il settore “Giovani” ed il teatro presentano una continuità dell’offerta formativa, pur nella specifica valorizzazione dell’itinerario di fede destinato alle varie fasce d’età. Non si tratta dunque di investimenti da valutare solo ed esclusivamente da un punto di vista finanziario. E’ questo piuttosto il profilo completo del Centro di Pastorale Giovanile della città, pensato e maturato in Parrocchia come risposta concreta alle esigenze della pastorale familiare. Per le famiglie giovani e i bambini dell’Iniziazione Cristiana, il settore dell’Oratorio Sant’Agape mette a fuoco una strategia pastorale mirata nell’itinerario dell’Iniziazione Cristiana dei fanciulli, secondo gli obiettivi della Catechesi, della Liturgia e della Carità, potenzialmente attuabili nei nuovi ambienti. Le strutture del CG2000 per la pastorale giovanile risultano invece le zone qualificanti per rispondere alle esigenze evolutive dell’età adolescenziale e giovanile. Il teatro, al centro del nuovo insediamento, è il tessuto connettivo che permette l’espressività di tutti i frequentatori, bambini, ragazzi e giovani, attraverso la partecipazione familiare, nello spirito di accoglienza e valorizzazione della famiglia, culla della trasmissione della fede. La benedizione della prima pietra da parte del Cardinale Giovanni Battista Re, a Chiari il 31 gennaio 2006 per la festa liturgica di San Giovanni Bosco, ha confermato l’attenzione costante della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita in favore della pastorale giovanile, nell’incentivo delle sue preziose risorse oratoriane, attive e vitali nella città di Chiari al CG2000 e all’Oratorio Salesiano di San Bernardino. Una sinergia di intenti che mira a consolidare una corresponsabilità educativa delle nuove generazioni per maturare di riflesso un responsabile coinvolgimento sociale nella promozione umana e cristiana della nostra città. Si intende dare forma in Parrocchia ad un nuovo habitat, per rispondere concretamente alle esigenze della pastorale familiare, nello spirito di accoglienza e valorizzazione della famiglia, culla della trasmissione della fede. Accordo di programma con l’Amministrazione Comunale per la valorizzazione del patrimonio monumentale clarense A decorrere dal 2005, si è instaurato un proficuo rapporto di collaborazione con l’Amministrazione Comunale e, in particolare, con il dirigente del Settore Territorio del Comune di Chiari, arch. Aldo Maifreni. Ciò ha reso possibili contatti, occasioni di incontro e sopralluoghi ripetuti e congiunti, utili a delineare la situazione attuale e reale degli immobili –edifici di culto e stabili- di proprietà parrocchiale, intrinsecamente legati alle radici cristiane della comunità clarense e, per la loro situazione attuale, spesso bisognosi di interventi di restauro conservativo. Il CPAE promuove con particolare sollecitudine questo criterio di verifica e compartecipazione da parte dell’Amministrazione Comunale sulla situazione effettiva degli stabili di proprietà parrocchiale destinati ad iniziative con finalità pubblica e di interesse sociale e culturale, in vista dell’erogazione dei contributi finanziari per il mantenimento o il recupero di tali opere parrocchiali. *********************************************************** Come frutto di questo rapporto collaborativo, è stata presentata –a marzo 2006- la richiesta concordata tra la Parrocchia, il Comune di Chiari e l’Istituto Cadeo per accedere al finanziamento regionale, secondo l’accordo di programma siglato tra i tre Enti proponenti il 30 ottobre 2005. La domanda di contributo regionale ha riguardato, per il Comune, il restauro globale della Villa Mazzotti Biancinelli e, per la Casa di Riposo, il recupero della chiesa intitolata alla Sacra Famiglia, interna all’Istituto. Per quanto di pertinenza della Parrocchia, è stata inoltrata la richiesta per il completamento della struttura al Centro Giovanile 2000-Oratorio Sant’Agape. L’iniziativa congiunta è frutto di una logica condivisa che punta alla valorizzazione dell’ingente patrimonio monumentale della nostra città. Siamo di fronte ad un programma operativo destinato non solo a dare un volto nuovo a edifici simbolici di Chiari, alle chiese e ai monumenti di pregio, nell’ambito del Piano Triennale delle Opere Pubbliche 2006-2008, varato dall’Amministrazione Comunale. Viene infatti particolarmente promossa una strategia d’intervento che vede cooperare il Comune e la Parrocchia per incentivare le preziose risorse storiche, culturali ed artistiche clarensi, delle quali le tradizioni cristiane costituiscono il vanto ed il nucleo fondante. Tra gli edifici parrocchiali, per l’anno 2006, il rilievo prioritario è stato attribuito al “complesso monumentale Sant’Agape”, il settore più antico dell’Oratorio cittadino. Il progetto di massima di quest’ala oratoriana, elaborato dall’équipe tecnica di progettazione e già valutato dalla Commissione Educativa dell’Oratorio, prevede la ristrutturazione dello stabile confinante con viale Cadeo, mediante la collocazione del “Nido-Famiglia”, spazio di accoglienza riservato ai bambini dei primi anni dell’Iniziazione Cristiana, l’inserimento della Comunità delle Suore Dorotee da Cemmo e la formazione di due appartamenti bilocali ad uso foresteria. Il recupero del complesso monumentale Sant’Agape comprende inoltre la riqualificazione dell’edificio destinato ad aule per la catechesi e la costruzione del teatro. Le indicazioni progettuali definite per l’Oratorio Sant’Agape privilegiano, per le soluzioni adottate, il diretto coinvolgimento delle famiglie nell’irrinunciabile protagonismo riconosciuto alla famiglia nel cammino di catechesi e nella formazione spirituale delle nuove generazioni. *********************************************************** A giugno 2006, è stato completato lo studio di fattibilità del progetto varato dall’Amministrazione Comunale per la valorizzazione del patrimonio monumentale clarense. Un’indagine analitica, coordinata dall’arch. Paola Bassani, docente dell’Università di Milano, che ha comportato la schedatura di ben 139 monumenti di importanza storico-artistica della città, scientificamente documentati con rilievi, estratti bibliografici e relazioni sullo stato conservativo. La finalità di questa ricerca consiste nel predisporre un elenco aggiornato e completo dei beni monumentali di Chiari di proprietà pubblica e privata, meritevoli di riguardo per l’interesse storico ed artistico. Per la prima tranche di interventi, i monumenti identificati risultano per la Parrocchia il complesso monumentale Sant’Agape -l’ala più vecchia dell’Oratorio su viale Cadeo- e, come ulteriore estensione d’interesse del progetto, la chiesa di Santa Maria Maggiore mentre, per il Comune, si tratta della Villa Mazzotti e, per l’Istituto Cadeo, della chiesa intitolata alla Sacra Famiglia. Un risultato di notevole importanza si è dunque raggiunto per la Parrocchia con l’introduzione della chiesa di Santa Maria Maggiore nell’inventario del progetto. Per favorire il completamento dell’indagine conoscitiva, il CPAE ha garantito all’équipe tecnica guidata dall’arch. Paola Bassani l’accesso agli edifici di culto e agli stabili di proprietà parrocchiale per eseguire i rilievi documentari e fotografici. L’itinerario dei tecnici scortati dal CPAE ha permesso di evidenziare la situazione reale degli immobili di proprietà parrocchiale, beni di pregio artistico radicati nella spiritualità cristiana della nostra città che versano spesso in condizioni di degrado e risultano meritevoli di urgenti interventi di riqualificazione. Un’attenzione garantita dalla collaborazione del CPAE con l’Ente Comunale per recuperare edifici monumentali che simbolicamente sono espressione delle radici cristiane della nostra città. *********************************************************** E’ stato inoltrato in Regione Lombardia il 7 settembre 2006 il Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense che l’Amministrazione Comunale intende realizzare secondo l’accordo di programma da definire con la Regione Lombardia e la Provincia di Brescia, per investimenti superiori a 14milioni di euro. Prendono avvio le procedure per l’avvio del progetto di recupero del patrimonio monumentale clarense, costituito da beni di proprietà comunale, privata ed ecclesiastica, autonomi per funzione ed importanza, ma interconnessi nella loro presenza storica e nel pregio artistico, come parte del tessuto urbano di Chiari. Per la porzione di competenza parrocchiale, il progetto riguarda il complesso monumentale Sant’Agape e la chiesa di Santa Maria Maggiore. Sta prendendo consistenza, dunque, la strategia di intervento concertata tra Comune, Parrocchia e Casa di Riposo, siglata dall’accordo di programma sottoscritto dai tre enti il 30 ottobre 2005. Il progetto di valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense, infatti, ha già ricevuto parere favorevole dal Ministero dei Beni Culturali-Soprintendenza di Brescia, Cremona e Mantova. Anzi, per alcuni progetti è già stato ottenuto anche il nulla osta. La Soprintendenza, parte in causa al tavolo di concertazione regionale, entra tra i soggetti coinvolti nell’accordo, seguendo gli interventi e confermando la collaborazione avviata con il Comune di Chiari. Per il calibro dell’iniziativa intrapresa, Chiari si appresta ad essere “città sperimentale” sull’intero territorio della Lombardia grazie a questa indagine organica e sistematica, strumento adeguato per garantire una programmata e valida valorizzazione del patrimonio storico-artistico che condensa la forma urbis di Chiari. Inventario e sopralluoghi delle proprietà parrocchiali Per operare con competenza e nel rispetto delle vigenti
normative in materia di tutela e conservazione del patrimonio storico,
artistico e culturale della Parrocchia di Chiari, il Consiglio per gli
Affari Economici è intervenuto promuovendo una concertazione di interventi
con l’Amministrazione Comunale e, in particolare, con il dirigente del
Settore Territorio e Ambiente del Comune di Chiari, dr. arch. Aldo
Maifreni. La situazione contingente di stabili e proprietà parrocchiali ha
infatti dimostrato che questi beni patrimoniali versano diffusamente in
condizioni precarie e risultano bisognosi di interventi seri e radicali di
recupero. Il CPAE promuove con particolare sollecitudine un criterio
congiunto di verifica e compartecipazione da parte dell’Amministrazione
Comunale Clarense verso proprietà parrocchiali destinate ad iniziative con
finalità pubblica e di interesse sociale e culturale. Utile in
particolare, per provvedere alla ricostruzione ed inventariazione del
patrimonio monumentale clarense, comprensivo dei beni di proprietà
parrocchiale, l’analisi conoscitiva affidata dal Comune di Chiari alla
prof.ssa arch. Paola Bassani docente dell’Università di Brescia. Questa
catalogazione scientifica della memoria della città, con i suoi monumenti
di pregio pubblici e privati, fa parte del Piano Triennale delle Opere
Pubbliche 2006-2008. Non siamo però di fronte ad un corposo lavoro
d’archivio utile a rispolverare qualche rudere del tempo che fu. E non si
intende nemmeno ridare smalto alle vestigia di un passato archiviato, se
non del tutto dimenticato ai nostri giorni. Lo scopo di questa ricerca,
infatti, è quello di predisporre un elenco completo ed aggiornato dei beni
monumentali cittadini, a prescindere dalla loro attribuzione di proprietà:
si tratta di edifici e monumenti dell’intera città di Chiari, di proprietà
di enti pubblici, come il Comune, la Parrocchia e la Casa di Riposo e di
proprietà privata, meritevoli di riguardo per l’importanza storica ed
artistica. L’indagine conoscitiva, condotta dall’arch. Bassani con
criterio scientifico, sta progressivamente individuando tutti gli elementi
costitutivi del patrimonio monumentale clarense, attraverso una schedatura
ed una specifica mappatura per verificarne la corrispondenza storica, la
presenza di vincoli architettonici ed il pregio storico-artistico.
Attualmente sono oltre cento i monumenti già catalogati nelle loro
caratteristiche intrinseche. Tra questi risalta certamente per consistenza
il complesso monumentale della Villa Mazzotti, simbolo della città di
Chiari ma anche monumento di rilevanza provinciale. La schedatura
costituisce il presupposto per programmare poi, entro il 15 marzo di ogni
anno a cura dell’Amministrazione Comunale, i progetti di valorizzazione da
porre alla base delle richieste di finanziamento ai sensi del D.P.R. 76/98
“Regolamento recante criteri e procedure per l’utilizzazione della quota
dell'otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale”.
L’inventario permette di conoscere ben 139 beni monumentali cittadini ma è
anche il punto di partenza per realizzare un progetto di valorizzazione
del patrimonio, nell’intento di mettere a punto un vero e proprio sistema
culturale, articolato lungo nuovi percorsi, guidati e pubblicazioni
divulgative, destinato a promuovere una fruibilità meglio ragionata del
sistema monumentale clarense a favore di tutti i cittadini. 30 ottobre 2005. Sottoscrizione dell’Accordo di Programma per la tutela e la valorizzazione del patrimonio Monumentale Clarense In data 30 ottobre 2005, il Sindaco di Chiari, avv. Sandro Mazzatorta e il Prevosto, Mons, Rosario Verzeletti, hanno sottoscritto l’Accordo di Programma per la tutela e la valorizzazione del Patrimonio Monumentale Clarense. La firma dell’accordo ha permesso di inoltrare in Regione Lombardia le necessarie richieste di finanziamento per interventi complessivi, pari a 14milioni614mila854 euro. Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale
Clarense. 14milioni614mila854 euro. Una cifra ragguardevole da
investire in sei progetti sui principali monumenti di Chiari che
costituiscono il PVSMC ovvero il Piano di Valorizzazione del Sistema
Monumentale Clarense che l’Amministrazione Comunale intende realizzare
secondo l’accordo di programma con la Regione Lombardia e la Provincia di
Brescia. La richiesta di avvio delle procedure per la promozione
dell'accordo di programma, indirizzata al Presidente della Giunta della
Regione Lombardia, è stata protocollata agli uffici regionali il 7
settembre 2005 ed inserita nell’Accordo Quadro per lo Sviluppo del
Territorio da Regione Lombardia. Il PVSMC è frutto dell’indagine
approfondita che l’Ente comunale ha condotto sui beni monumentali della
nostra città di proprietà comunale, privata ed ecclesiastica. I sei
progetti riguardano porzioni significative del patrimonio cittadino,
autonome per funzione ed importanza, ma interconnesse nella loro presenza
storica e nel pregio artistico, come parte del tessuto urbano di Chiari.
Gli interventi riguardano: Opere Parrocchiali da restaurare inserite nella richiesta di finanziamento regionale-ottobre 2005 Chiese Duomo (tetto, torre civica e campane), Santa Maria, Beata Vergine di Caravaggio, San Rocco, San Pietro martire, Disciplina, San Lorenzo o dei morti, Sant’Orsola, chiesa Mater Ecclesiae del Rota, chiesa della Beata Vergine Addolorata al Santellone, di San Bernardo da Mentone, San Giacomo, San Luigi Gonzaga, SS. Trinità e chiesa di San Bernardino. Immobili Palazzo Rivetti, stabile via De Gasperi, Palazzo Almici, Casa canonica via Morcelli, sede Caritas, teatro Sant’Orsola, stabile al Santellone. Ottobre 2005. Il Comune restaura la Cappella Mortuaria del Clero E’ stato completato ad ottobre 2005, un importante lavoro di restauro conservativo eseguito dall’Amministrazione Comunale al Cimitero cittadino. E’ stata infatti completamente rifatta la pavimentazione esterna all’ingresso principale del luogo sacro , con soluzioni in lastricato di pietra naturale che hanno sostituito il vecchio e sconnesso asfalto. Pavimentato anche il viale principale di accesso interno del Cimitero , con lastricato in fasce di arenaria, Botticino e porfido e l’abbattimento, per tutto il tragitto interessato, delle barriere architettoniche per i portatori di handicap. Parte rilevante delle opere di restauro eseguite al Cimitero ha riguardato la Cappella Mortuaria del Clero. E’ stato infatti eseguito il consolidamento strutturale della volta gravemente lesionata, con pulitura ed integrazione pittorica dei dipinti murali, parzialmente cancellati da una massiccia infiltrazione d’acqua. L’intervento di restauro strutturale della Cappella Mortuaria, realizzato ad opera del Comune, è stato completato dalla Parrocchia con il trasferimento dei banchi, completamente sistemati e restaurati, provenienti dalla chiesa -ora dismessa- dell’Oasi Sant’Angela Merici. A carico della Parrocchia e concordato con l’Amministrazione Comunale, è stato eseguito il risanamento del locale adiacente la chiesetta, destinato a sacrestia, con rinnovo del tetto. Rimane ancora da tinteggiare ed arredare questo locale di servizio. Si prevede la dotazione di una controporta in legno per l’ingresso principale della Cappella, ad integrazione dell’attuale cancello in ferro, allo scopo di garantire una migliore conservazione degli arredi interni. In data 30 ottobre 2005, inoltre, il Sindaco, avv. Sandro Mazzatorta e il Prevosto, Mons. Rosario Verzeletti , hanno sottoscritto la Convenzione tra la Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita ed il Comune per la concessione d’uso -per 99 anni, rinnovabili alla scadenza- dei 14 loculi antistanti il portico della Cappella Mortuaria del Clero, con diritto di sepoltura sancito a discrezione della Parrocchia.
Il CPAE ha affidato l’esecuzione dei lavori di restauro conservativo delle opere parrocchiali alla Ditta Recuperando Restauro&Conservazione di Crema (CR). équipe per i lavori in corso in Parrocchia don Giovanni Amighetti vicario parrocchiale arch. Sira Savoldi Facciata di Santa Maria Maggiore Tornate in
alto Il cantiere all’opera E’ iniziato il 9 ottobre 2006 l’atteso restauro conservativo della facciata di Santa Maria , con il nulla osta della Soprintendenza di Brescia, Mantova, Cremona e i necessari permessi comunali. I lavori, diretti dall’arch. Domenico Ciusa e programmati da Open Art-Studio d’Arte&Restauro in collaborazione con il geom. Flavio Carradore, consigliere del CPAE, sono realizzati dall’impresa edile C4 di Chiari che ha gratuitamente fornito alla Parrocchia l’impalcatura per l’esecuzione delle opere . Il risanamento recupera la superficie della facciata che risulta gravemente deteriorata, in precarie condizioni di conservazione, aggravate da aree importanti di distacco dell’intonaco originario e diffusamente deturpata dall’accumulo di depositi stratificati . Con l’installazione del cantiere si è reso possibile inoltre procedere alla manutenzione del tetto della navata centrale della chiesa, con sistemazione e ripasso della copertura in coppi. Vengono adottati alcuni accorgimenti strategici nella canalizzazione dei pluviali, con nuovi inserti in rame dei canali di gronda e convogliamento delle acque meteoriche nella controfacciata. Le soluzioni introdotte permettono di ovviare al massivo dilavamento della facciata causato dalle precipitazioni atmosferiche che ha seriamente compromesso lo stato di conservazione del monumento. In corso d’opera si procede al rinforzo dell’intelaiatura alla base del timpano e all’inserimento di dispositivi a protezione delle volute laterali. I procedimenti tecnici -lavaggi con acqua deionizzata, impacchi di cellulosa, microsabbiatura a laser- sono stati eseguiti selettivamente sulle differenti lesioni della facciata. Particolare cura è stata applicata alla rimozione delle croste nere, delle muffe di superficie e dei depositi di ossido di ferro e piombo stratificati nel corso degli anni. Un intervento mirato ha riguardato i graffiti con coloranti spray che deturpavano il livello a terra. Il recupero conservativo ha interessato le microfratture da degrado del materiale lapideo e i sollevamenti delle parti intonacate. Per la precarietà di conservazione dei pinnacoli agli estremi del frontone triangolare e la compromissione della statua della Madonna con Bambino, al vertice del timpano, si è data preferenza a procedimenti reversibili di reggiatura. L’opera di restauro, eliminando i segni di deterioramento, ha rispettato la composizione originaria della facciata. Il manufatto ora si presenta non uniforme, conservando inalterata la patina antica a testimoniare il tempo di vita del monumento. L’apertura del cantiere nel centro storico di Chiari ha permesso di seguire il progressivo andamento dei lavori. Dettata non solo da curiosità, la partecipazione della gente allo svolgimento delle delicate fasi del restauro ha confermato la spiccata dedizione dei Clarensi verso questa chiesa sussidiaria della Parrocchia, al centro della sensibile attenzione di tutti per la protezione mariana simboleggiata dall’edificio sacro. Una rassegna fotografica allestita in Duomo dal 19 novembre all’8 dicembre ha fornito preziosi ragguagli ed informazioni in tempo reale sulle varie opere di cantiere. Restaurare la facciata della chiesa non è dunque solo un esempio di certosina perizia per gli operatori. La chiesa, infatti, fabbrica monumentale di pregio artistico, chiama alla partecipazione comunitaria, come Casa della speranza, nel segno dell’ospitalità materna di Maria che ha dato all’umanità la Buona Notizia. …un po’ di storia della facciata La facciata di Santa Maria Maggiore è storicamente abbastanza recente. La chiesa, infatti, risale al XIII secolo ma solo nel 1707 trova compimento l’idea di dotare l’edificio di culto, sede della Scuola del Santo Rosario, di una facciata adeguata. Nel 1719, i lavori giungono all’altezza del cornicione ma, per l’assetto definitivo, bisogna arrivare al 1783. Il 20 luglio di quell’anno viene incaricato del disegno e del progetto l’abate bresciano arch. Antonio Marchetti (1724-1791). La facciata, con i basamenti, il portale e le lesene in pietra di Botticino, viene completata nel 1816, con la collocazione del medaglione che sovrasta il portale d’ingresso recante l’iscrizione dettata dal Prevosto Morcelli che, tradotta dal latino, così recita: “Alla Santa Madre di Dio, invocata quale celeste protettrice della comunità, i nostri antenati consacrarono questa chiesa sussidiaria. I Fabbricieri di Santa Maria fecero portare a termine la facciata nel 1816”.190 anni dopo, la facciata di Santa Maria recupera l’antica ed originaria magnificenza, visibile a tutti per l’inaugurazione in programma venerdì 8 dicembre. La chiesa di Santa Maria, con il complesso Sant’Agape, rientra tra le proprietà parrocchiali inserite nell’Accordo di Programma siglato tra Comune, Parrocchia e Casa di Riposo per accedere ai finanziamenti previsti dal Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense. Per questo importante progetto, promosso dall’Amministrazione Comunale, diretto dall’arch. Paola Bassani e concertato di comune accordo con la Parrocchia e l’Istituto Cadeo Onlus, Chiari si distingue in Lombardia nella pianificazione della strategia di valorizzazione del proprio patrimonio monumentale. Lettura visiva del monumento - prospetto della facciata eseguito dal geom. Flavio Carradore La facciata di Santa Maria è realizzata con materiale lapideo naturale tipo Botticino, caratteristico della nostra zona, fornito per il cantiere originario dal cavatore Andrea Gaffuri di Rezzato e proveniente dalla formazione geologica del Giurassico Inferiore nota come Corna. Alle componenti in pietra naturale si alternano le parti intonacate nelle specchiature superiori e inferiori. La lettura verticale della facciata, nello stile neoclassico del disegno marchettiano, permette di distinguere due partiture, superiore e inferiore. L’architrave orizzontale che individua nettamente i due ordini –superiore e inferiore-, sorretta dalle colonne del primo rilevato, unifica il ritmo della facciata. Gli ordini laterali sono sovrastati da volute in pietra in stile neoclassico e presentano specchiature intonacate, secondo una perfetta simmetria della composizione. La parte centrale si sviluppa con il portale d’ingresso -sovrastato dal medaglione con l’iscrizione latina-, continuando con il finestrone della facciata e il timpano triangolare che fa da coronamento. I capitelli al culmine delle colonne del primo e secondo rilevato e i pinnacoli agli estremi del timpano rappresentano l’elemento decorativo nell’architettura sobria della facciata. Inaugurazione della facciata di Santa Maria Maggiore
Inaugurazione della facciata restaurata. 8 dicembre 2006 Per celebrare il restauro della facciata di Santa Maria,
iniziato il 9 ottobre e completato l’8 dicembre 2006, un calendario di
iniziative dimostra l’interesse condiviso dall’intera comunità di Chiari
all’importante opera di recupero della chiesa. L’8 dicembre, solennità
dell’Immacolata Concezione, è certo la festa mariana meglio in sintonia
con l’ufficialità dell’evento inaugurale che si compie, nel tardo
pomeriggio alle 17.45, con la benedizione della facciata seguita alle
18.00 dalla solenne celebrazione eucaristica, presieduta dal nostro
Prevosto, Mons. Rosario Verzeletti, in presenza delle autorità cittadine.
Il restauro della facciata di Santa Maria rappresenta un traguardo
importante nell’azione pastorale del nostro Parroco. Fin dall’inizio del
suo ministero clarense, infatti, Mons. Rosario ha evidenziato la
precarietà dello stato di conservazione della chiesa di Santa Maria. La
promozione della campagna straordinaria di raccolta fondi Una tegola per
Santa Maria, dal 2001 al presente, ha permesso di portare gradualmente a
compimento alcuni decisivi interventi di riordino degli interni e
dell’esterno di Santa Maria, dal rifacimento del tetto, alla sostituzione
dell’impianto di riscaldamento, al recupero conservativo della
facciata. Festeggiare il risultato attuale finora raggiunto per la chiesa di Santa Maria significa stringere un patto di interesse e di impegno destinato a dare ancora frutto nel futuro delle nostre famiglie, per confermare segni tangibili di sollecitudine verso la Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita a cura della nostra comunità di appartenenza. Mostra fotografica del restauro della facciata di Santa Maria Da domenica 19 novembre a venerdì 8 dicembre 2006 nel duomo di Chiari è allestita la rassegna fotografica documentaria del cantiere di restauro della facciata di Santa Maria, realizzata da Open Art Studio d’Arte di Crema (Cremona). I lavori, cominciati il 9 ottobre, stanno gradualmente recuperando la superficie deteriorata della facciata della chiesa. In esposizione in Duomo, le immagini del precario stato di conservazione ad inizio del cantiere di restauro, i segni evidenti di deterioramento dell’intera superficie, l’entità dei depositi e delle croste nere. Evidenti anche le abrasioni delle parti intonacate, l’usura marcata di alcuni elementi architettonici, come i pinnacoli del timpano, il degrado del cornicione e di alcune parti del rivestimento in pietra tipo Botticino, completato nel 1816 su disegno dell’abate bresciano arch. Antonio Marchetti, già noto a Chiari per la realizzazione dell’Ospedale Vecchio –attuale Palazzo Marchetti-Donegani – e per il disegno della Torre Civica. Il restauro conservativo intende recuperare la facciata mantenendo intatto il fascino originario del monumento e presentando la superficie con la patina antica che ne testimonia il tempo vissuto dall’inaugurazione del 1816 ad oggi. Fasi del restauro conservativo della facciata di
Santa Maria Maggiore Metodologia del restauro conservativo Il restauro di un bene monumentale non si limita ad una sequenza di operazioni tecniche. L’allestimento del cantiere rappresenta infatti il punto di arrivo della fase iniziale di conoscenza e di progettazione, approcci metodologici preliminari della parte propriamente operativa che interviene sul complesso recupero conservativo di ogni opera d’arte. Nel monumento interessato dal restauro si condensa il valore estetico dell’opera e la sua appartenenza storica, documentata dall’epoca di realizzazione. Il ripristino conservativo agisce perciò sulla composizione materica di ogni bene monumentale, che va salvaguardato nella sua duplice essenza artistica e storica. Per la facciata della chiesa di Santa Maria, si è scelto di procedere alla conservazione del manufatto con operazioni di pulizia sulle aree degradate, lasciando inalterati i segni fisici e visivi del tempo passato che è parte della storia del monumento e della comunità di appartenenza, da trasmettere alle generazioni future. Situazione iniziale della facciata Il rivestimento lapideo della facciata di Santa Maria, in pietra tipo Botticino, risultava ricoperto da uno stato di crosta nera, prevalentemente composta da particellato atmosferico addensato soprattutto nelle aree non soggette all’azione dilavante delle precipitazioni. Le croste nere erano di modesto spessore nella porzione più alta della facciata, dove maggiore è l’esposizione ai raggi solari e minore l’effetto degli scarichi dei veicoli. La zona inferiore della facciata invece presentava depositi di maggior spessore fortemente coesi. I depositi in questo settore erano poco esposti alla luce solare. I tecnici inoltre hanno rilevato la presenza di infestazioni di tipo biologico ovvero stratificazioni causate da un’alga che causa macchie di colore verdastro tenacemente adesa alla pietra. Diffusi anche vasti depositi di ossido di piombo, specialmente nella parte inferiore, indotti dagli scarichi dei veicoli. Il materiale lapideo della facciata presentava inoltre cedimenti strutturali a livello del cornicione marcapiano e frequenti micro-fratture, causate dalle variazioni termiche. La parte inferiore della facciata era deturpata dal rilievo di graffiti applicati con bombolette spray dalla composizione chimica molto invasiva per la pietra. In pessime condizioni le fughe tra i conci in pietra, già stuccate da precedenti restauri realizzati con l’impiego di malte cementizie del tutto incompatibili. Emergenze di dissesto statico: pinnacolo di sinistra e statue del timpano Nella fase di allestimento del ponteggio, sono emersi due gravi dissesti statici a carico del pinnacolo di sinistra e della statua della Madonna con Bambino, collocati rispettivamente all’estremo e sulla sommità del timpano. Il pinnacolo, lesionato in senso trasversale in più punti, poggiava su un basamento danneggiato e mancante per circa metà della superficie. La statua era appoggiata su un piano di posa parzialmente usurato, con rischio di crollo del Bambino dovuto alla rottura della base di appoggio. Particolarmente deteriorato il globo sorretto dal Bambino: la parte era tenuta in sede dal cavo del parafulmine che si era fortunosamente attorcigliato intorno al braccio della statua. L’andamento architettonico della facciata presenta, accanto ai basamenti, alle lesene, al cornicione e al timpano in pietra, grandi specchiature intonacate nel registro superiore ed inferiore. I materiali degli intonaci risultavano in pessimo stato di conservazione. Molto evidenti i rappezzi eseguiti con calce aerea. L’analisi chimico-fisica degli intonaci, eseguita dai tecnici del restauro, ha evidenziato gli strati di composizione originaria rappresentati da un fondo a grana grossa, il cosiddetto “arriccio”, composto da calce aerea ricca di magnesio ed inerte grossolano ed uno strato di finitura con sabbie più fini ed elementi sovrapposti di colore. Svariati gli interventi di riparazione degli intonaci realizzati in tempi successivi alla fabbrica della facciata: le malte originali, infatti, presentano un legante aereo mentre gli intonaci più recenti utilizzano malte di tipo idraulico. In alcuni punti delle specchiature sono stati individuati lacerti di intonaco colorato: azzurro nelle parti superiori e in tonalità giallo-ocra per le superfici inferiori. Svariate le zone di distacco degli intonaci, sollevate o friabili al punto da impedirne un’adeguata conservazione. Interventi sul materiale lapideo Per l’asportazione delle croste nere, sono state impiegate tecniche differenti, in base al grado di adesione e alla composizione dei depositi. Nella parte superiore, si è proceduto con apparecchiatura laser: minore in questa sede è risultata l’adesione dei depositi al paramento lapideo degradato dalle incrostazioni. In una fase successiva, si è proceduto al lavaggio con acqua deionizzata per eliminare dall’intera superficie il particellato atmosferico. Nel settore inferiore, il maggiore spessore dei sedimenti ha comportato l’applicazione di impacchi con polpa di cellulosa e seppiolite addizionati con carbonato di ammonio per ottenere un iniziale ammorbidimento delle croste. Diffuso il ritrovamento al di sotto delle croste nere nella parte inferiore della facciata di uno strato di alghe. In questo specifico caso, si è provveduto a stendere a spruzzo una soluzione ad effetto diserbante per rimuovere l‘infestazione senza danneggiare ulteriormente il substrato interessato. La pulizia finale della pietra è stata realizzata mediante microsabbiatrice con inerte a base di ossido di alluminio. La sabbiatrice ha garantito anche la rimozione dei graffiti e delle componenti bituminose delle coperture. Le stuccature del materiale lapideo e delle microfratture sono state eseguite con materiali compatibili, previa rimozione dei depositi incoerenti, con stesura di un primo strato composto da malta di calce idraulica e inerte sabbioso; in seguito è stato steso un arriccio finale in grassello di calce addizionato con polvere di Botticino per una resa cromatica uniforme. Pinnacolo di sinistra , statua del Bambino e della Madonna Per il pinnacolo, la statua del Bambino a rischio di
crollo e per il basamento della statua della Madonna è stata eseguita
un’opera di sostegno che ovviasse al grave dissesto statico. Al basamento
del pinnacolo, mancate di una parte cospicua della base d’appoggio, è
stato applicato sulla parte lacunosa un salva-bordo realizzato in malta
idraulica addizionata con polvere di Botticino. Non è stata reintegrata la
porzione mancante ma, per poter ricreare un’adeguata base d’appoggio,
sopra il basamento è stata posizionata una lastra in acciaio inossidabile
dello spessore di circa 1cm. Il pinnacolo è ora dotato di perni in acciaio
inossidabile che trattengono le parti distaccate, incollate con resina
bicomponente addizionata con carbonato di calcio. Le fughe rimanenti sono
state reintegrate con grassello di calce e polvere di Botticino.
All’esterno, una struttura portante in acciaio garantisce solidità e
sicurezza alle varie parti. Interventi sulle specchiature ad intonaco Nell’intervento sugli intonaci, si è cercato di mantenere il materiale originario. Spesso ciò non è stato possibile per il precario stato di conservazione e si è proceduto ad integrare il materiale lacunoso. Le integrazioni nuove sono state realizzate in doppio strato con malta di calce idraulica e finitura con inerte più fine, aggiunto di terre coloranti naturali per renderlo cromaticamente compatibile con l’esistente. Gli interventi sugli intonaci sono stati eseguiti in maniera volutamente riconoscibile anche a distanza. Per rendere ancora più visibile l’operazione, si è scelto di non trattare il paramento finito con latte di calce coprente ma con acqua di calce addizionata con terre naturali coloranti in modo che le parti di intonaco originale intervallate dalle macchie di intonaco nuovo fossero immediatamente riconoscibili. Per gli intonaci originali -che rappresentano la maggioranza di quelli esistenti nelle specchiature della facciata-, si è operato un regolare consolidamento. La finitura del lavoro ha comportato un trattamento conclusivo dell’intera superficie con acqua di calce a consolidamento e protezione. Statua della Madonna del Rosario con Bambino Al vertice del frontone triangolare della chiesa di Santa
Maria, è stata collocata una prima statua, crollata in seguito ad una
scossa di terremoto, come documenta don Luigi Rivetti nel capitolo “La
Scuola del Santo Rosario e la chiesa di Santa Maria Maggiore a Chiari” in
Nuove briciole di Storia Patria Brixia Sacra anno XII, 1921: Di questa bella statua della Madonna col Bambino altro non sappiamo. Ma l’indizio sulla sua provenienza non è da poco. La piazza San Domenico a Brescia è uno slargo ancora oggi esistente nella toponomastica del nostro capoluogo, oggetto di un recente progetto di riqualificazione urbana promosso dall’Amministrazione Comunale della città di Brescia. Il riordino di piazza San Domenico, completato a dicembre 2005, ha portato alla realizzazione di un parcheggio meccanizzato, con sistemazione delle adiacenti vie Einaudi e Moretto che costeggiano lo slargo, nel quadro degli interventi di pedonalizzazione del centro storico. La Piazza San Domenico, fiancheggiata dalla mole del Palazzo Telecom, già sede dell’Ospedale Maggiore della città ha una storia antica che si ricollega alle vicende della statua della Madonna che ora noi ammiriamo sulla facciata di Santa Maria. Il settore urbano di Brescia da cui proviene il manufatto in pietra oggi a Chiari era infatti lo spazio di accesso alla chiesa di San Domenico che, con il grandioso complesso del convento adiacente, rappresentava il feudo dei Padri Domenicani in Brescia. La presenza dei Domenicani a Brescia è documentata fin dai primi decenni del Duecento. Il convento e la chiesa costituivano un esteso complesso monumentale, splendido nella struttura architettonica e ricettacolo, nei secoli, di svariate opere d’arte di pregio. La soppressione degli ordini monastici per decreto napoleonico del 1807, ha sancito il declino dell’immensa struttura conventuale e della chiesa di San Domenico, sul lato occidentale della omonima piazzetta che dava accesso all’edificio sacro e al convento. La chiesa di San Domenico, ricostruita per volere del Capitolo dei Domenicani a decorrere dal 1611 ed affidata al valente architetto Pier Maria Bagnadore, nativo di Orzinuovi (1548(?)-1625(?), presentava uno slargo di ingresso definito alla metà del Seicento per accordo con il confinante Ospedale della Pietà. La comparsa della piazzetta risulta conseguente alle frequenti esondazioni del torrente Garza, affluente del Mella, che scorre infatti nel sottosuolo e causava all’epoca con le sue piene danni ingenti e ripetuti al convento e alla chiesa. La costruzione della Piazzetta è documentata: risale al 1652, secondo i documenti redatti presso il notaio Orazio Chizzola. Per segnare il confine della proprietà domenicana rispetto alla pubblica via che all’epoca era via San Lorenzo, come la vicina chiesa parrocchiale, ed oggi è via Moretto, lo slargo viene delimitato da due basamenti in pietra sui quali sono collocate due statue, una raffigurante San Domenico e l’altra la Beata Vergine del Rosario. Lo storico Alessandro Sala ne testimonia gli autori: si tratta della famiglia di scalpellini Carra, attiva nella produzione scultorea a Brescia tra la fine del Cinquecento e la prima metà del Seicento. Una famiglia di piccapietre, com’era definito a quel tempo il ruolo professionale del capostipite Antonio e dei suoi figli Giovanni e Carlo, che avevano bottega in Brescia. Operosi nel settore scultoreo, i Carra hanno lasciato numerose e celebri opere d’arte a Brescia e provincia. In particolare ai Carra viene affidata la decorazione della facciata di San Domenico, con i Santi dell’Ordine Domenicano nelle nicchie e le due statue della Piazzetta. La soppressione del convento di San Domenico e la demolizione dell’intero complesso, in favore dell’ampliamento dell’Ospedale Maggiore nel 1883-1884, segna anche la dispersione o la perdita definitiva di tanti capolavori presenti in San Domenico, a partire dal 1868. E’ di questo periodo di fine Ottocento l’acquisto della Madonna col Bambino, traslata a Chiari per Santa Maria. Nella Lombardia del XVI e XVII secolo, nelle attività di tecnica e modellazione e lavorazione delle pietra, del legno e dello stucco sono variamente impegnati clan familiari, intere generazioni di artisti proveniente per la gran parte dall’area alpina e prealpina, dal Canton Ticino, dal Lago di Como, dalle valli bergamasche e dalla Val Camonica. Di recente si iniziano a chiarire paternità delle opere e dinamiche di bottega, anche se manca ancora un lavoro di sintesi sugli aspetti della scultura lombarda nei secoli XVII e XVIII. Nella Lombardia orientale, territorio fino al 1797 (Trattato di Campoformio) della Serenissima Repubblica di Venezia, escludendo Cremona (nell’orbita di Milano spagnola e poi austriaca) e Mantova (ducato autonomo e poi sottoposta all’Austria) si distingue a Brescia nella scultura in pietra, data la ricchezza di cave nel bresciano, la produzione delle famiglie Carra e Calegari, quest’ultima attiva fino allo scadere del XVIII secolo. I Carra, una famiglia di scultori I Carra pare arrivino a Brescia dal Trentino (altre fonti
parlano di Lugano), verso la fine del XVI secolo. Prima testimonianza è
l’opera scultorea del capostipite Giovanni Antonio nel 1596 per le quattro
statue disposte ad ornare la Fontana della Pallata, progettata da Pier
Maria Bagnadore, architetto comunale (Orzinuovi 1545/50-dopo il 1620) per
la scarpata della torre trecentesca ad occidente della città.
L’allestimento del complesso è di carattere manierista, come appare nella
simmetria degli elementi plastici, nell’impiego dei tozzi obelischi e nel
gusto classicheggiante delle figure dei fiumi Garza e Mella, come anche
per la vasca lievemente convessa del veronese Valentino Bonesini; più
nuove invece la grande figura del tritone nella nicchia che soffia in due
conchiglie e l’allegoria di Brescia Armata, seduta su un trono. Capolavoro
plastico di Giovanni Antonio Carra è l’arca monumentale dei Santi Patroni
Faustino e Giovita nella chiesa di San Faustino Maggiore a Brescia. L’arca
con le reliquie, posta in origine nella cripta della chiesa benedettina su
piccole colonne, viene trasformata a partire dal 1601, al tempo dei lavori
di demolizione del coro della chiesa. Ricollocata a ridosso dell’altar
maggiore nel 1617, quando il Carra presenta probabilmente il nuovo
progetto per il monumento funerario. 20 febbraio 1618: data ufficiale di
allogazione, con consegna allo scultore entro dodici mesi di marmo bianco
di Carrara e pietra nera di Riva di Solto. Nel 1621 lo scultore riceve
compenso per l’abbozzo delle due allegorie da porre sul fastigio dell’urna
e nel 1623 avviene la traslazione delle reliquie dei Martiri. Unanime
l’approvazione per il lavoro del Carra: il Consiglio cittadino il 14
agosto 1626 gli commissiona quattro grandi statue: quattro angeli per
sostenere il baldacchino. La statua della Beata Vergine del Rosario in pietra di Botticino, imponente per dimensioni, si apprezza per la leggiadria della composizione. Realizzata per essere vista da terra, all’ingresso della Piazzetta San Domenico, è completa nella sua raffigurazione tridimensionale. E’ grandiosa nel suo atteggiarsi, ma naturale nella postura. Un acquerello del 1843, conservato alla Pinacoteca Tosio Martinengo ed opera di Faustino Joli, dimostra la collocazione della statua, accanto a San Domenico patrono dell’Ordine. Avvolta dal manto che si sviluppa intorno alla figura in un panneggio mosso e drappeggiato, con un gesto ampio del braccio, la Vergine regge il Bambino. La resa plastica delle due figure non è statica. Il movimento, dominante nella parte inferiore della composizione, si apprezza nella veste che avvolge il corpo della Madre, seguendo il movimento della sua andatura. Pensata per un luogo di passaggio, all’ingresso in chiesa, anche la Madonna del Rosario con il Bambino si atteggia al movimento dei fedeli in transito sul sagrato di San Domenico. L’originalità della composizione sta proprio nella posizione. E’ una Madonna in cammino, con il manto che ondeggia e si apre al passaggio. Fissata nella sequenza dell’andatura, la figura incede in avanti, mentre regge con dolce fermezza il bambino, saldamento tenuto sul braccio. Anzi, la madre sostiene il piccolo con il palmo della sua mano che si curva e preme sulle gambe del bambino, in un incavo della pietra che ne fa parvenza veritiera. Verosimigliante anche il piedino del bimbo e la gamba paffuta sorretta dalla mamma. Delicati i particolari della mano destra del bambino sul petto, del globo sorretto con la mano sinistra e sormontato dal Crocifisso. La simbologia cristiana è d’obbligo per la Vergine del Rosario col Bambino. La figura fissata in movimento dalla mano dell’artista rende appieno il senso di questa statua della madre col bambino. Il viso presenta tratti veritieri, di un profilo femminile che si porta verso una meta ben precisa, da raggiungere all’uscita di chiesa. E il pensiero vi si concentra, il passo si affretta, va veloce e sicura questa donna, col suo bimbo in collo. I dettagli del viso del bimbo e della mamma non sono lasciati al caso. Lo scultore si sofferma sulla capigliatura, sui particolari dell’abito, fermato sul petto e annodato, con una semplice eleganza che traduce praticità senza dimenticare un tocco di raffinatezza nelle pieghe ben rassettate che si stringono sul davanti, per mantenere in posizione il manto che avviluppa il bambino, lasciando libere le braccia della mamma. E’ atteggiata la donna quasi a respirare rapida, in un’istantanea che la fissa mentre cammina, intanto che il bimbo guarda distratto il paesaggio che si muove davanti ai suoi occhi al passo della mamma. Il gesto è quello di presentare il bambino al mondo, nel ruolo della madre che con attenzione sta protesa in avanti, ad osservare la strada che li attende. E il bimbo guarda altrove per scoprire di suo le vie del mondo, a partire dall’abbraccio originario della mamma. L’intervento di restauro conservativo, eseguito sulla facciata di Santa Maria dal 9 ottobre all’8 dicembre 2006 a cura di Open Art Studio d’Arte&Restauro di Crema (CR), si è completato con il ripasso del medaglione che sovrasta il portale d’ingresso della chiesa. Nuovamente leggibile è ora la scritta latina dettata dal Prevosto Morcelli che così recita:
Una relazione illustrativa è stata presentata dal Laboratorio di Restauro Open Art nell’incontro del CPAE del 23 gennaio, a cura del tecnico responsabile Daniele Calvi. In essa sono precisamente descritte le modalità pratiche dell’attività di cantiere che ha riguardato la facciata di Santa Maria. Si è trattato di un articolato intervento conservativo. Nelle fasi preliminari del lavoro, si è presentata la necessità di rimediare con urgenza al degrado di alcuni elementi architettonici seriamente compromessi, a rischio di stabilità e di caduta. In particolare risultavano gravemente lesionati il pinnacolo di sinistra, il globo della statua del Bambino e il basamento della statua della Madonna, sulla sommità del timpano. Ciò ha comportato un’immediata messa in sicurezza delle strutture dissestate, con reggiatura in acciaio. In seguito, è iniziato il vero e proprio lavoro di pulitura, con rimozione delle croste nere stratificate che deturpavano l’intera superficie della facciata, soprattutto nelle parti inferiori del cornicione. La persistenza delle croste nere pregiudicava notevolmente l’integrità del rivestimento lapideo. L’intervento è stato eseguito con tecnica laser sui capitelli e nella zona superiore del manufatto, come pure nella trabeazione del finestrone. Sulla restante superficie si è proceduto con trattamento specifico mediante acqua deionizzata per ottenere lo sgretolamento del particellato atmosferico depositato. In seguito, si è provveduto all’opera di sabbiatura con ossido di alluminio. Le specchiature intonacate della facciata sono apparse con numerosi rifacimenti ottocenteschi eseguiti con tecnica a calce. Si è proceduto al consolidamento ed al ripristino della colorazione originaria degli intonaci, sui quali si è poi applicata una velatura con silicato di potassio. L’aspetto non uniforme a macchia di leopardo della superficie, una volta completato l’intero lavoro, è conseguente alla tecnica propria del restauro conservativo. In origine, le parti in pietra tipo Botticino venivano uniformate con latte di calce e collante animale per definirne l’aspetto ed il colore bianco. Eliminate le croste nere, il rivestimento lapideo ha recuperato la venatura autentica del Botticino. Non si è ritenuto opportuno aggiungere una stesura con latte di calce, né si è proceduto ad una tinteggiatura della facciata. L’intervento conservativo ha ripristinato la composizione materica originale del manufatto, senza azioni invasive. Sulle coperture si è data la preferenza a rivestimenti in piombo. Le componenti in rame, infatti, con la produzione di sali di rame, causano colature irreversibili sul Botticino. L’esecuzione del restauro conservativo non ha perciò solamente recuperato la bellezza originaria della facciata di Santa Maria. Il Laboratorio OpenArt, con la tecnica realizzata, ha garantito di preservare l’unità dell’opera d’arte restaurata, senza cancellare le tracce della storia passata del monumento. Un aspetto “non finito”, riconosciuto come prassi d’intervento sui beni architettonici, che trova un esempio illustre nella recente pulizia della facciata del Palazzo della Loggia a Brescia. L’opera eseguita testimonia perciò una piena consapevolezza del valore artistico della chiesa ed un’azione di rimedio contro il degrado pericoloso per la conservazione di questo prezioso edificio di culto mariano della città di Chiari. Cinque anni con Monsignor Rosario. Relazione documentaria del quinquennio 2001-2006 a cura del CPAE E’ stata diffusa dall’8 dicembre 2006, in concomitanza con l’inaugurazione dell’avvenuto restauro della facciata di Santa Maria Maggiore, una pubblicazione curata dal Consiglio per gli Affari Economici della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita di Chiari edita dalla Compagnia della Stampa Massetti Rodella. Viene data alle stampe una relazione documentaria che abbraccia gli anni dal 2001 al 2006, il primo quinquennio di parrocchiato per Mons. Rosario a Chiari. Si intende con questo opuscolo portare a conoscenza dell’intera comunità parrocchiale l’operato del Prevosto svolto in questi cinque anni con il sostegno e la collaborazione del CPAE, l’organismo di partecipazione e corresponsabilità che interviene con ruolo consultivo nella gestione amministrativa della Parrocchia. Accanto alle competenze e ai precisi ambiti di verifica del CPAE, vengono messi in rilievo gli intenti pastorali perseguiti e compiuti da Mons. Verzeletti attraverso le risorse economiche della comunità parrocchiale, con uno sguardo rivolto al futuro per evidenziare nuovi obiettivi e progetti in cantiere. Analizzare la situazione economica della Parrocchia significa verificarne lo stato patrimoniale, vagliare il bilancio amministrativo generale e di ciascuna delle attività e associazioni presenti in Parrocchia, secondo le voci delle entrate-uscite che compongono il rendiconto amministrativo relativo all’esercizio finanziario annuale. Non si tratta però di fornire un elenco di dati o di aride cifre ma di capire attraverso quali scelte concrete si possa orientare al meglio la pastorale. Il quaderno quinquennale vuol garantire all’intera comunità, nel segno della trasparenza e dell’opportuna informazione, una conoscenza reale ed attuale delle condizioni della Parrocchia per il periodo 2001-2006. Si propone perciò un’analisi della situazione di partenza, dall’ingresso del nostro Parroco, il 29 aprile 2001 e di seguito si illustrano gli interventi man mano portati a compimento in questi cinque anni fino all’inaugurazione dell’avvenuto restauro della facciata di Santa Maria per l’8 dicembre. Il cammino intrapreso con Mons. Rosario dal 2001 al 2006 può esser meglio valutato da tutti attraverso questa pubblicazione riassuntiva che accoglie, dopo la prefazione del Prevosto, il saluto del Sindaco di Chiari, avv. Sandro Mazzatorta. Come in ogni famiglia, anche la Parrocchia, sotto il vigile sguardo del suo Pastore, pianifica con cura la propria gestione, vagliando le necessità, selezionando le possibili strategie d’intervento e promuovendo un dialogo costruttivo con le istituzioni del territorio, nell’autonomia della sua intrinseca vocazione pastorale a servizio della comunità di Chiari.
Febbraio 2007. Progetto di recupero conservativo dell’abside di Santa Maria (Scheda di sintesi - è un documento .pdf) Nell’incontro del CPAE del 20 febbraio, è stato conferito al Gruppo di Lavoro Recuperando Restauro&Conservazione l’intervento di restauro conservativo dell’abside della chiesa di Santa Maria Maggiore. Il catino absidale dell’edificio sacro presenta un diffuso stato di danneggiamento , causato dalle massive infiltrazioni d’acqua causate dal deterioramento della copertura nello stato di fatto risalente all’anno 2001. Dal 2002, grazie alla raccolta-fondi straordinaria "Una tegola per Santa Maria", si è provveduto al rifacimento del tetto della chiesa, in due interventi successivi riguardanti in un primo tempo la copertura delle navate laterali, la revisione delle strutture portanti deteriorate e la sostituzione dei canali di gronda, con indispensabile impermeabilizzazione della cupola, mediante una nuova lastra in rame sagomata e saldata. In seguito, con l’allestimento del cantiere per il ripristino della facciata compiuto per l’8 dicembre 2006, si è proceduto alla manutenzione del tetto della navata centrale della chiesa, con ripasso e sistemazione della copertura in coppi. Importanti anche le opere eseguite sui pluviali, con nuovi inserti in rame e convogliamento delle acque meteoriche, per impedire il dilavamento della facciata attraverso un’adeguata canalizzazione dei canali di gronda. E’ ora indispensabile bloccare il deterioramento degli affreschi della volta. Le infiltrazioni d’acqua del passato, infatti, hanno comportato la formazione di depositi salini che compromettono gravemente gli affreschi policromi della cupola. L’asportazione dei sali, previo allestimento di adeguato ponteggio, tecnicamente viene realizzata mediante impacchi con carta giapponese. In una seconda fase, si può programmare un’opera di pulitura dell’intera superficie absidale, fino al cornicione interno. Il preventivo per l’esecuzione dei lavori è pari a 30mila euro, con tempi previsti della durata di due mesi ed inizio lavori a decorrere da ottobre 2007. Il Gruppo Recuperando inoltre offre gratuitamente alla Parrocchia il progetto gratuito di restauro del tetto del duomo, con rilievo della struttura esistente e valutazione dello stato attuale della copertura della chiesa parrocchiale. Portare…una tegola di generosità per Santa Maria significa continuare nel presente a sostenere l’impegnativo intervento di restauro conservativo della chiesa mariana per eccellenza della nostra città. Una parte essenziale dell’ingente patrimonio artistico clarense, strettamente legata alla sollecitudine condivisa per la chiesa intitolata alla Madonna. Marzo-Giugno 2007. Un salvadanaio per l’organo del Duomo da ChiariMusicaInsieme Da marzo ai primi di giugno 2007 si sono succeduti gli appuntamenti del festival musicale “ChiariMusicaInsieme” organizzato dall’assessore alle Politiche Culturali della Città, avv. Fausto Consoli, con il patrocinio della Provincia di Brescia. Ventitre le serate dal 3 marzo al 2 giugno che hanno offerto musica di qualità e un assortimento di proposte spazianti dalla lirica al rock, dalla musica da camera all’operetta. Una vera e propria stagione musicale della città promossa grazie all’ottimale livello di collaborazione tra le svariate associazioni e gruppi musicali clarensi. Chiari vanta una tradizione consolidata e notevole talento sul palcoscenico musicale com’è dimostrato dalla varietà di sodalizi del settore dal Coro Polifonico “Città di Chiari” alla Civica Scuola di Musica Città di Chiari, dalla Piccola Accademia di Musica “San Bernardino” al Corpo Bandistico GB Pedersoli all’ADMR-Amici per la Diffusione Musica Rock. La rassegna è stata apprezzata come un vero segnale di novità nato dal coinvolgimento delle scuole cittadine e delle realtà musicali clarensi, con apertura estesa anche alle associazioni musicali del territorio. Proprio per accostare un pubblico sempre più vasto, il programma di ChiariMusicaInsieme si è svolto in differenti sedi: dalla Villa Mazzotti, all’Auditorium della Toscanini, dal PalaSport “Don Elia Comini” di San Bernardino alla Casa di Riposo Cadeo, dall’Auditorium “Flavio Riva” della Fondazione Morcelli Repossi al Salone Marchetti. La chiesa di Santa Maria, in particolare, ha ospitato venerdì 27 aprile il concerto del Coro Polifonico Città di Chiari con il Coro Santa Maria del Carmine di Brescia ed Orchestra d’Archi diretti dal maestro Edmondo Savio. Sabato 5 maggio -ancora in Santa Maria- grande successo per il Requiem di Mozart KV626 per soli, coro e orchestra con la Brixia Simphony Orchestra e il Brixia Sinergy Chorus diretti dal maestro Giovanna Sorbi. Sabato 2 giugno, per Estate Giovani 2007, il Centro Giovanile 2000 ha accolto “La Buona Novella” di De Andrè con la Piccola Orchestra Apocrifa diretta da Giorgio Cordini. “Piena soddisfazione sotto il profilo organizzativo per questa prima edizione di ChiariMusicaInsieme”- ha dichiarato al CPAE riunito il 15 maggio l’assessore alla Cultura, avv. Fausto Consoli- Anzi, per il 2008, grazie al forte spirito collaborativo tra le associazioni musicali della città che si sono prestate per il buon andamento della manifestazione, è già in cartellone una seconda edizione del progetto unitario ChiariMusicaInsieme. Per l’anno prossimo, stiamo prospettando l’idea di un salvadanaio ad offerta libera da proporre al pubblico che affolla le diverse serate. Per dare uno scopo concreto e condiviso alla stagione musicale della città intendiamo promuovere una raccolta-fondi per il restauro dell’organo del Duomo. Si tratta di un pregevole strumento musicale -realizzato dalla ditta Balbiani-Bossi di Milano e risalente al 1938- che purtroppo versa oggi in condizioni precarie e in disuso. Un serio programma di restauro richiede risorse ingenti. Ma ChiariMusicaInsieme vuole perseguire come obiettivo comune il recupero conservativo dell’organo della nostra chiesa parrocchiale che, con il suo forte significato simbolico, rappresenta un segnale sensibile di attenzione alla valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale di Chiari”. Il CPAE del 15 maggio 2007 valuta il prospetto economico generale dei progetti di restauro conservativo e di ristrutturazione di immobili parrocchiali. I lavori in previsione riguardano: • Chiesa di Santa Maria Maggiore per il recupero
dell’abside Manutenzione straordinaria delle undici campane E’ in programma un radicale intervento di manutenzione straordinaria della Torre Civica di San Faustino -di proprietà comunale- e delle undici campane, di proprietà parrocchiale. I più recenti sopralluoghi hanno evidenziato una seria compromissione della stabilità e sicurezza del concerto delle campane. Allo stato attuale, infatti, la campana maggiore, bloccata per il cedimento del castello, garantisce solo il rintocco dell’ora mentre versa in condizioni preoccupanti la quarta campana. Una relazione accurata e corredata di fotografie ha evidenziato inoltre la gravità del quadro complessivo delle undici campane. In particolare, i battagli vanno riforgiati in ferro dolce per evitare il rischio di infossare le campane nei punti di battuta. Risultano gravemente deteriorate le strutture di sostegno, le maschere di cuoio, la ferramenta di supporto e le parti in ghisa da revisionare, con evidenti segnali di logorio. Sono da sostituire completamente i meccanismi rotanti e i telai in ferro, come pure è necessario intervenire sulla parte muraria seriamente compromessa. Per procedere al delicato e gravoso intervento manutentivo, è indispensabile concordare tempi e metodi di esecuzione delle opere con l’Amministrazione Comune, nell’ambito del progetto di restauro globale della Torre Civica. E’ assolutamente indispensabile, a parere unanime del CPAE, provvedere ad un intervento serio che fornisca garanzie sulla durata e l’efficacia dell’imponente restauro, a fronte dell’aggravio economico e dell’oneroso impegno finanziario richiesto alla Parrocchia. Il concerto delle campane di Chiari ha un rilievo storico di lunga tradizione. Il nucleo più antico, composto di otto campane, risale al 1758 mentre la sistemazione più recente del castello in ferro, eseguita da Giuseppe Filippi, è datata 1912. L’opera manutentiva si profila dunque come evento secolare che già in passato ha chiamato a raccolta per il suo compimento le risorse più sensibili della città e la tangibile solidarietà delle varie fasce sociali clarensi. A cura della commissione interna, incaricata dal CPAE del restauro delle campane, si prospetta l’opportunità di sensibilizzare l’Amministrazione Comunale, le associazioni di categoria e di volontariato, le Quadre e l’intera cittadinanza per favorire una causa comune e permettere alla torre campanaria di far nuovamente apprezzare lo squillo dei rintocchi che scandiscono, nei momenti lieti e dolenti, la vita della nostra città. Risulta necessario procedere con tempestività
all’identificazione della ditta da incaricare del restauro del concerto
delle campane del duomo: ciò allo scopo di inserire anche il progetto di
recupero conservativo delle undici campane nei lavori da avviare all’esame
degli uffici competenti della Soprintendenza. IL CPAE del 4 giugno 2007 ha conferito l’incarico per il
restauro conservativo del castello delle campane di proprietà parrocchiale
della Torre Civica di proprietà comunale. Sono stati esaminati i quattro
preventivi forniti dalle ditte specializzate: Fonderie Capanni (100mila
euro), F.lli Pagani (90mila174 euro), Sabbadini Giacomo (130mila euro) e
Rubagotti Carlo (88mila euro). Il vaglio dei preventivi e lo studio
comparato delle diverse proposte ha permesso di accertare la validità
dell’intervento di restauro del concerto delle campane con manutenzione
conservativa del castello esistente e senza rimozione della struttura
portante. Si prospetta un calendario di lavori del massimo rilievo programmati dal CPAE per la stagione autunnale dal restauro del catino absidale di Santa Maria, agli interventi di ristrutturazione del tetto del duomo, della Sacrestia della chiesa di San Faustino, al ripristino delle facciate delle Discipline adiacenti Santa Maria. Restauro della volta e della cupola di Santa Maria (Scheda di sintesi - è un documento.pdf) E’ in fase di avvio l’opera di restauro conservativo della volta absidale e della cupola della chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura del Gruppo di Lavoro Recuperando Restauro&Conservazione. Gli affreschi, risalenti alla fine del XIX secolo, presentano un ciclo pittorico sul tema dell’Assunzione della Vergine raffigurata nella volta e nella cupola, con schiera di angeli e santi. Gravemente compromesso lo stato di conservazione degli affreschi, specie nella volta absidale, per il deposito diffuso di sali solubili di colore biancastro che hanno degradato visibilmente alcune zone. Vasto è il degrado cromatico della superficie, causato da massive infiltrazioni di acqua piovana indotte dallo stato di conservazione precario del tetto della chiesa, antecedente il 2001 che ha causato il sollevamento degli intonaci ed estese perdite degli affreschi. Il rifacimento completo, eseguito a partire dal 2002, della copertura della chiesa non ha potuto evitare il dissesto causato dalle cospicue infiltrazioni di umidità cui oggi il restauro conservativo degli affreschi pone rimedio. Non si tratta semplicemente di asportare la patina biancastra dei sali di deposito che danneggiano la superficie della volta absidale. L’intervento di pulizia e di asportazione delle incrostazioni saline deve infatti tener conto della perdita ormai irrecuperabile di svariate parti cromatiche della superficie affrescata. Con la supervisione della Soprintendenza, le parti degradate che non hanno perduto completamente il colore, dopo pulitura completa, vanno consolidate con ri-adesione della pellicola pittorica mediante applicazione di resine adesive adeguate. Non vengono invece reintegrate le parti irrimediabilmente perdute: le attuali tecniche di restauro conservativo tendono ad evitare l’esecuzione di “falsi storici”, mentre si intende operare con una tecnica minima di integrazione per dare unità visiva all’effetto finale. Note tecniche dell’intervento sulla volta absidale di Santa Maria L’intervento di conservazione sull’abside di Santa Maria
mira alla pulizia di tutta la superficie affrescata e all’asportazione dei
sali solubili: questa operazione, compiuta con operazioni di tipo
meccanico e mediante impacchi, viene eseguita con la massima attenzione
per non danneggiare ulteriormente la parte di dipinti superstiti. Stato di conservazione degli affreschi della volta
dell’abside Si tratta di affreschi ascrivibili all’esecuzione degli
ultimi lavori di sistemazione generale della Chiesa, avvenuti alla fine
del XIX° sec, epoca cui risale il rifacimento del coro con conseguente
realizzazione di un nuovo ciclo pittorico. Tetto del Duomo (Scheda di sintesi - è un documento .pdf) Urge provvedere alla sistemazione del tetto del duomo che versa in condizioni di generale dissesto. La copertura in coppi risulta gravemente ammalorata per azione degli agenti atmosferici e per consunzione della struttura di rivestimento causata dagli anni. All’intervento di manutenzione ordinaria si aggiunge inoltre il serio deterioramento degli abbaini a raso, realizzati con lamiere ondulate e struttura in plexiglass. Il degrado di questi elementi ha causato infiltrazioni massicce di acque meteoriche ed infestazione di volatili che danneggiano -specie con deiezioni dannose- le strutture in legno e in muratura. L’intervento comporta il ripasso completo dei coppi, la sostituzione delle componenti danneggiate e la stesura di un nuovo manto impermeabile di copertura. Con il consenso della Soprintendenza, si procede all’eliminazione degli abbaini, troppo pericolosi per la conservazione della chiesa e non necessari. Infatti l’accesso al sottotetto è garantito da passaggi esterni da rendere più agevoli con la creazione di punti di aggancio per le corde di sicurezza. Inoltre, per quanto riguarda la copertura del tiburio del duomo, in corso d’opera si intende provvedere al consolidamento del coronamento in mattoni, per ovviare al degrado e alla possibile perdita di elementi. In seguito al verificarsi di ripetuti allagamenti in Duomo, causati da abbondanti precipitazioni atmosferiche, dopo immediata ispezione, si verifica che il tetto della cupola e del presbiterio devono essere urgentemente ripristinati. L’ultimo rifacimento della copertura risale al 1964 per il tetto della chiesa e al 1942 per la cupola. Le cospicue infiltrazioni d’acqua rendono necessario procedere al più presto, con un’opera di manutenzione che privilegi l’importanza di un’adeguata impermeabilizzazione con isolamento della copertura del tetto del Duomo. L’intervento sulla Sacrestia del duomo si è reso necessario per riparare una serie di fratture strutturali che compromettono la struttura muraria dell’edificio. Si tratta di un fenomeno statico che i tecnici definiscono “espulsione dell’angolata”. La compromissione statica del rivestimento murario della Sacrestia si evidenzia con la comparsa di fessure all’interno -nell’angolo Nord-Est- e all’esterno della facciata, lungo il passaggio verso la chiesa di Santa Maria. Il fenomeno è legato alla presenza delle volte a crociera che coprono la Sacrestia piccola. Queste strutture, con la loro conformazione statica, determinano spinte con componente orizzontale sui muri esterni: il fenomeno, noto come “espulsione dell’angolata”, tende ad allontanare tra loro le pareti perimetrali, con il conseguente manifestarsi di fissurazioni proprio in prossimità degli angoli. Per la Sacrestia piccola si prevede un consolidamento statico da eseguirsi con la creazione di un cordolo in legno realizzato “a pettine”. Con questo accorgimento, la messa in opera non comporta rimozione della struttura portante del tetto né danneggiamento dei travetti. Il cordolo in legno “a pettine” permette di rendere solidali tra loro le murature perimetrali. Ciò contrasta la componente orizzontale delle spinte trasmesse dalle volte a crociera, come un anello che stringe le pareti e ne impedisce l’allontanamento. Il “pettine”, una volta messo in opera, viene fissato alle murature sottostanti con perni in acciaio e vincolato, mediante semplice chiodatura, alla struttura del tetto che in questo modo collabora all’effetto contenitivo della nuova struttura. Per completare l’opera, si prevede un consolidamento del tetto con l’applicazione di un piatto in acciaio che corre sulla falda, fissato con semplice chiodatura. Il recupero strutturale della Sacrestia avviene dunque con un’operazione minimamente invasiva. Non vengono infatti rimossi i travetti originali. Si tratta inoltre di un’opera assolutamente reversibile, in accordo con le moderne teorie del restauro che mirano all’assoluta conservazione del dato materico di un bene architettonico, pur intervenendo con soluzioni strutturalmente efficaci. Conservazione delle facciate delle complesso delle Discipline (Scheda di sintesi - è un documento.pdf) L’intervento di restauro conservativo del complesso delle
Discipline riguarda le facciate delle chiese di San Lorenzo e di San
Pietro che si affacciano su via De Gasperi, compreso il passaggio che
separa la chiesa di San Lorenzo e di Santa Maria. Anche la chiesa di Santa
Maria Nascente rientra nel complesso ma in questa fase non rientra
nell’opera di recupero delle facciate. Aggiornamento iter pratiche parrocchiali di recupero conservativo A ottobre 2007 è in corso l’iter procedurale delle
pratiche parrocchiali presso la Soprintendenza ai Beni Culturali di
Brescia. Diverse opere parrocchiali sono in attesa del nulla osta a
procedere per l’avvio di importanti lavori di recupero conservativo. Le
pratiche riguardano in particolare l’abside di Santa Maria, il castello
delle undici campane, il tetto del Duomo e i lavori di ampliamento al
CG2000. Si intende attuare una procedura di sollecito presso gli uffici
competenti, per il disbrigo delle pratiche, ipotizzando l’avvio dei lavori
per l’abside di Santa Maria a partire da novembre 2007. In corso
campionamenti diagnostici sulla facciata della chiesa di San Lorenzo, per
saggiare la composizione materica e la stratificazione di colore
originario della superficie, in attesa del graduale intervento di recupero
conservativo. 6 ottobre 2007. Il CPAE interviene all’incontro delle associazioni clarensi per il ripristino della fruizione pubblica della Torre Civica. “Con la primavera del 2008 -afferma il Sindaco, Cav. Avv. Sandro Mazzatorta- potremo ammirare Chiari da un orizzonte nuovo e ridare alla nostra città un altro luogo storico che da troppo tempo mancava ai cittadini.”. E’ infatti in programma, a decorrere dal 19 ottobre, l’avvio del programma di recupero funzionale della Torre Civica ad opera dell’Amministrazione Comunale, con pulitura e messa in sicurezza del monumento. Per la gestione e la manutenzione della Torre Civica, dopo l’intervento di restauro, è in fase di concertazione un rapporto di collaborazione con le associazioni cittadine e le Quadre, a partire da un primo incontro organizzato presso l’ex Sala Giunta Comunale, sabato 6 ottobre, per definire in concreto il successo del progetto di riattivazione ad uso pubblico del campanile clarense. L’iniziativa di ripristino della Torre Civica, di proprietà comunale, risulta concomitante all’incarico di ristrutturazione del castello delle undici campane, di proprietà parrocchiale. L’intervento sul concerto campanario di Chiari è stato affidato il 4 giugno 2007 alla ditta clarense Carlo Rubagotti, selezionata all’unanimità dal CPAE tra le varie aziende specializzate proponenti. Si è completata l’opera di ristrutturazione dell’appartamento a piano primo del Palazzo Rivetti interno al cortile, in via Garibaldi, attualmente abitazione di don Valentino Bosio. Per questo trilocale con servizi si è provveduto ad una sistemazione radicale, con soluzioni innovative dell’impiantistica adeguata alle vigenti normative. Il rinnovo dei locali ha riguardato le superfici pavimentali, gli impianti igienici e termo-sanitari e l’installazione di nuovi complementi d’arredo. In occasione dell’arrivo a Chiari di don Fabio Mottinelli, è stata destinata al nuovo curato l’abitazione al primo piano di Palazzo Rivetti, in via Garibaldi, 2, con sistemazione dell’impiantistica, dell’arredo interno e tinteggiatura completa. La spesa complessivamente sostenuta dalle casse parrocchiali per le opere nei due appartamenti è pari a 63mila euro.
La volontà di vendita degli stabili parrocchiali del cinema-teatro Sant’Orsola e dell’Oasi Sant’Angela Merici viene promossa dal CPAE per impiegare queste preziose risorse finanziarie come sostegno collaborativo finalizzato al radicale rifacimento del complesso Sant’Agape, -l’Oratorio-Campetto- che si pone a completamento del CG2000, secondo la nuova impostazione di Pastorale Giovanile e Familiare Lettera del Prevosto alla comunità di Chiari per l’anno pastorale 2007-2008
16 novembre 2007. Al via il restauro dell’abside di Santa Maria Con l’installazione del ponteggio, sono iniziati venerdì 16 novembre i lavori per il recupero conservativo dell’abside di Santa Maria che godono del nulla osta della Soprintendenza di Brescia. L’impresa edile C4 di Chiari ha provveduto alla posa dell’impalcatura per consentire l’avvio della delicata operazione di pulitura delle incrostazioni saline che hanno deturpato e seriamente compromesso la volta absidale della chiesa mariana, con grave deterioramento cromatico dell’apparato decorativo e sollevamento delle superfici intonacate. La chiesa rimane chiusa solo per lo stretto necessario all’installazione del ponteggio. Una volta completato l’allestimento edilizio, l'adeguata messa in sicurezza del cantiere permette la regolare apertura al culto di Santa Maria per la Messa festiva delle ore 10.00, animata dal Coro Sant’Agape.
29 novembre 2007. Accordo Quadro per lo Sviluppo del Territorio a Brescia. Chiari ente capofila in Regione per il Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale In calendario giovedì 29 novembre alle 9.00, presso la Sala Romanino del Centro Saveriano di via Piamarta, 9 a Brescia, la cerimonia di sottoscrizione dell'Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale-AQST in presenza del Governatore di Lombardia Roberto Formigoni. Parte essenziale dell’accordo sottoscritto a Brescia è il Piano per la Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense. Il maxi-progetto, elaborato dallo staff del Settore Territorio del Comune di Chiari diretto dall’arch. Aldo Maifreni con la super visione dell’arch. prof.ssa Paola Bassani, risulta tra gli elementi più significativi del piano strategico regionale ed è stato inserito tra gli obiettivi di programma di prossima realizzazione. Gli eventi più significativi che testimoniano l’impegno progressivo profuso nell’iter amministrativo del progetto dimostrano anche l’entità dell’intervento che si profila per Chiari e per il territorio di appartenenza. Dopo approvazione da parte della Giunta Comunale Clarense, in data 3 gennaio 2006, del progetto preliminare per il restauro architettonico degli edifici comunali di Piazza Zanardelli e, in data 20 marzo 2006, del restauro del complesso monumentale di Villa Mazzotti, il Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense si estende, a decorrere dal 23 marzo 2006, al complesso monumentale Sant’Agape, presentato dalla Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita. In data 1 agosto 2006, la Giunta Comunale approva il progetto di realizzazione delle nuove piste ciclabili cittadine, inserite nel circuito ciclabile provinciale tra Paratico e Urago d’Oglio lungo l’antica Via Francigena attraverso rogge, dugali e monumenti clarensi mentre, a cura della RSA Cadeo di Chiari, in data 31 agosto 2006, viene inoltrato il progetto di valorizzazione della chiesa intitolata alla Sacra Famiglia. Il 6 settembre 2006, viene depositato il progetto per la valorizzazione della chiesa di Santa Maria Maggiore, presentato dalla Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita. L’ipotesi dell’Accordo di Programma per il Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense viene inoltrata il 6 settembre 2006 al Presidente della Giunta Regionale. In data 28 giugno 2007, il presidente del Comitato del Coordinamento per l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale-AQST, Viviana Beccalossi, comunica al Comune di Chiari che il progetto “Ipotesi di Accordo di Programma per il Piano di Valorizzazione del Sistema Monumentale Clarense” è stato inserito nell’elenco dei progetti dell’AQST e chiede al Comune di Chiari la collaborazione in qualità di soggetto attuatore/capofila del progetto. In data 2 luglio 2007, il Sindaco di Chiari, Cav. Avv. Sandro Mazzatorta, aderisce all’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale-AQST che propone per la nostra città la qualifica di soggetto attuatore e di ente capofila del progetto. Il Comitato di Coordinamento per l’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale risulta composto dal VicePresidente di Regione Lombardia e assessore all’Agricoltura, Viviana Beccalossi, dal Presidente della Provincia di Brescia, Alberto Cavalli, dal Sindaco di Brescia, Paolo Corsini, dal Presidente della Camera di Commercio, Franco Bettoni, dal Rettore dell’Univesità degli Studi di Brescia, Augusto Preti e dal Direttore della sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Luigi Morgano. L’Accordo Quadro di Sviluppo Territoriale sottoscritto nel nostro capoluogo per Brescia ed il circondario rappresenta un piano politico-programmatico concertato tra Regione Lombardia ed Enti locali, tra i quali Chiari figura con un ruolo di capofila, per incentivare lo sviluppo del territorio attraverso la valorizzazione del capitale umano e delle sue importanti risorse sociali, economiche e tecnologiche. 30 dicembre 2007. Per gli anniversari di matrimonio Parrocchia&Comune accolgono per la prima volta a Chiari Sua Eccellenza il Vescovo di Brescia, Mons. Luciano Monari Per festeggiare gli anniversari di matrimonio, la
Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita e il Comune di Chiari-assessorato
alle Politiche Familiari hanno promosso per il 2007 un’iniziativa
congiunta. Le coppie che quest’anno celebrano il cinquantesimo, il
cinquantacinquesimo e il sessantesimo dalle nozze sono attese dal Prevosto
di Chiari, Mons. Rosario Verzeletti, dal Sindaco di Chiari, Cav. Avv.
Sandro Mazzatorta e dall’assessore alle Politiche Familiari, rag. Fabiano
Navoni, alle 17.45 di domenica 30 dicembre nella chiesa parrocchiale
intitolata ai Martiri Patroni Faustino e Giovita. Alle 18.00, solenne
celebrazione eucaristica presieduta da SE Mons. Luciano Monari, Vescovo di
Brescia. A seguire, ciascuna delle numerose coppie di “sposi-veterani”
riceve un omaggio da parte dell’Amministrazione Comunale e la pergamena
con la benedizione del Papa Benedetto XVI. La festa di Chiari per le nozze
d’oro, d’avorio e di diamante acquista una solennità particolare con la
presenza di Mons. Monari che, per la prima volta dal suo ingresso
ufficiale nella Diocesi di Brescia il 14 ottobre 2007, varca i confini
clarensi. Il Vescovo di Brescia è originario di Sassuolo (Re), dov’è nato
nel 1942; ordinato sacerdote nel 1965, è stato nominato Vescovo di
Piacenza dal 1995; vicepresidente della CEI e membro della Commissione
Episcopale per la Dottrina della Fede, è insediato nella Diocesi bresciana
dal 19 luglio 2007. Chiari accoglie il Pastore della nostra Diocesi nella
gioiosa ricorrenza degli anniversari di matrimonio che rappresentano un
significativo traguardo per le famiglie della comunità clarense
corroborate da lunghi anni di vita coniugale. Accanto alla serenità degli
affetti privati, la solidità dei legami familiari diventa occasione
pubblica per dare il giusto rilievo alle radici cristiane della nostra
comunità di appartenenza, riconosciute dalle autorità religiose e civiche
di Chiari. | ||||
3 dicembre 2007. Open Art Studio
d’Arte e Restauro di Crema è all’opera per l’abside in Santa
Maria Le opere murarie collaterali all’intervento di restauro del ciclo pittorico della volta absidale riguardano la sistemazione dei due finestroni orientati sui lati Est ed Ovest della cupola, con brunitura dei telai dei serramenti, installazione esterna di rete anti-intrusiva e anti-piccione, applicazione di vetro anti-sfondamento in rinforzo alla vetrata artistica interna. Si provvede anche al risanamento, con materiale idrorepellente, della superficie cementizia esterna alle vetrate, per ovviare a nuove infiltrazioni di umidità. E’ prevista l’installazione di un sistema di apertura ad anta del finestrone sul lato Est della volta absidale, comandato con dispositivo elettrico. Da regolarizzare l’altezza dei davanzali delle due vetrate. All’esterno della cupola, un nuovo canale di gronda interviene a protezione del rivestimento a corona in coppi a doppio filare per neutralizzare ulteriori infiltrazioni d’acqua. 7 dicembre 2007. Accordo triennale 2008-2010 per il nuovo servizio di aggregazione giovanile tra Comune, Parrocchia e Fondazione Istituto Morcelliano E’ in vigore dal 1°gennaio 2008 al 31 dicembre 2010 l’accordo triennale tra Comune e Parrocchia di Chiari in collaborazione con la Fondazione Istituto Morcelliano per varare un progetto unitario e condiviso che unisca le forze civiche e religiose della nostra città nel settore delle Politiche Giovanili e della Pastorale orientata verso le nuove generazioni. L’accordo di programma, deliberato dalla Giunta Comunale in data 6 novembre 2007, è stato sottoscritto il 7 dicembre 2007 dal Sindaco, cav. avv. Sandro Mazzatorta, dall’assessore alle Politiche Giovanili, rag. Fabiano Navoni, dal Prevosto, Mons. Rosario Verzeletti e dal Presidente della Fondazione Istituto Morcelliano, don Alberto Boscaglia. I tre Enti coinvolti nell’obiettivo di promuovere una fruttuosa collaborazione nel settore dell’educazione dei giovani, con questa importante intesa programmatica, proposta dal Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Morcelliana, intendono coordinare per il triennio 2008-2010 interventi concreti e condivisi, nel rispetto dei rispettivi ruoli e delle specifiche autonomie istituzionali, per individuare i bisogni ed attuare le opportune strategie in favore delle fasce giovanili, nel rispetto della normativa di riferimento-Legge 328/00 e Legge Regionale 22/01. Il nuovo progetto, siglato tra Comune, Parrocchia e Fondazione Istituto Morcelliano, nella volontà di maturare una proficua collaborazione nel campo dell’educazione dei giovani, acquista un rilievo storico per la città di Chiari. Si tratta di un’iniziativa elaborata dal Consiglio d’Amministrazione dell’Ente Morcelli. Il merito va riconosciuto ai Consiglieri Nadia Turotti e Giuseppe Ramera che, con il prezioso supporto del Segretario, dr. Alberto Cenini, intendono dare uno spessore nuovo al futuro della Fondazione Morcelliana, partner d’elezione tra Comune e Parrocchia nella promozione di interventi in favore dei giovani. Forte di una presenza territoriale radicata nella nostra città, oggi l’Istituto Morcelliano si qualifica come interlocutore accreditato che sa investire per il domani delle nuove leve clarensi. Alla luce di quanto già si è concretizzato a Chiari per i giovani, l’accordo intende sperimentare un valore aggiunto per ottimizzare le risorse e incentivare il dialogo tra le locali Istituzioni, civiche e religiose. CAG-Centro Aggregativo Giovanile. Organizzazione del servizio Il nuovo servizio CAG-Centro di Aggregazione Giovanile, dal 1°gennaio 2008 e con decorrenza triennale fino al 2010, prevede una differente organizzazione di spazi ed attività per ben precise fasce di età e sedi specifiche, secondo la suddivisione in:
Il servizio aggregativo giovanile comporta in particolare la gestione dello Spazio Elementari ex-Ludoteca, presso la sede dell’Istituto Morcelliano in Viale Bonatelli, 21. Lo Spazio Elementari è articolato in due ambienti: presso la Fondazione Morcelli di Viale Bonatelli, 21 e presso l'Oratorio CG2000. L’attività CAG Spazio Medie e Spazio Adolescenti viene realizzata presso il CG2000. La Fondazione Istituto Morcelliano gestisce lo Spazio Medie e lo Spazio Adolescenti presso l’Oratorio-Centro Giovanile 2000. L’iniziativa dell’Ente Morcelliano si concretizza grazie al sostegno e alla partecipazione di Parrocchia e Comune. Per procedere all’attuazione del progetto, è istituito un organismo di progettazione con il coordinamento del servizio garantito dalla Fondazione Istituto Morcelliano. Il coordinatore delegato dalla Fondazione Morcelliana condivide e sviluppa gli avanzamenti attraverso un Tavolo di Progetto cui partecipano un tecnico nominato dalla Parrocchia e un tecnico designato dal Comune. Per il progetto CAG-Centro di Aggregazione Giovanile:
Lo Sportello InformaGiovani -finora dislocato presso lo stabile Morcelli di Viale Bonatelli, 21- dal 1°gennaio 2008 è trasferito presso la Biblioteca Comunale “Fausto Sabeo”, in Viale Mellini, 2. Anniversari di matrimonio: 110 le coppie di sposi festeggiate nel 2007 Centodieci sono le coppie di sposi “veterani” festeggiate
a Chiari domenica 30 dicembre in Duomo nella solenne celebrazione
presieduta dal Vescovo di Brescia, Mons. Luciano Monari, giunto per la
prima volta nella nostra città dal suo recente insediamento nella Diocesi
di Brescia. Una festa nella festa, dunque, per tante famiglie clarensi
omaggiate congiuntamente da Parrocchia e Comune per iniziativa
dell’assessore alle Politiche Familiari, rag. Fabiano Navoni. Diversi, ma
ugualmente preziosi i presenti per gli sposi che hanno celebrato i
cinquanta, cinquantacinque e sessant’anni di vita coniugale. La Parrocchia
ha offerto in dono la pergamena miniata con la Benedizione Apostolica
impartita dal Papa Benedetto XVI ed un cero decorato con l’icona della
Sacra Famiglia. In omaggio dall’Amministrazione Comunale la medaglia
storica della Città di Chiari. “L’amore vero- ha ricordato il Vescovo
durante la celebrazione- manifesta la sua profonda autenticità nella
solidità e nella perseveranza dei legami familiari che rendono la famiglia
punto di riferimento per ogni singola persona e nucleo fondante della
società”. | ||||
| ||||
| ||||
Concluso per San Faustino il restauro della volta absidale di Santa Maria Per il 15 febbraio, festa dei Patroni della città, si può
nuovamente apprezzare il ciclo di affreschi mariani della volta absidale
di Santa Maria eseguiti dall’artista Luigi Tagliaferri di Pagnona (Lecco)
sul finire dell’Ottocento. E’ giunto a termine il delicato lavoro di
recupero conservativo delle cromie della cupola, reintegrate da un attento
intervento di ripristino iniziato lo scorso dicembre. Dopo le fasi di
pulitura con impacchi di carta giapponese e detersione accurata della
superficie affrescata, i tecnici del Laboratorio Open Art di Crema hanno
provveduto ad eseguire circoscritte opere di consolidamento e di parziale
reintegro in alcuni settori gravemente deteriorati della pellicola
pittorica maggiormente compromessi dalle infiltrazioni d’acqua e dal
deposito delle incrostazioni saline. Per indicazione della Soprintendenza
di Brescia l’area d’intervento è stata estesa fino al margine inferiore
della calotta. Durante lo svolgimento dei lavori di restauro, si è anche
provveduto al restauro dei serramenti dei due finestroni rettangolari sui
lati Nord e Sud della cupola, con rinforzo delle vetrate artistiche in
piombo mediante applicazione di vetro anti-sfondamento. Un meccanismo
elettrico comandato a distanza consente l’apertura del finestrone
sul lato Sud per arieggiare l’ambiente. Nel rispetto delle indicazioni
della Soprintendenza inoltre sono stati installati quattro dispositivi
luminosi speciali in corrispondenza delle quattro aperture rotonde ad oblò
sul profilo della cupola. La nuova illuminazione con fascio di luce che si
interseca ad “effetto –finestra” conferisce un suggestivo risalto alle
cromie restaurate della volta. Attivato il cantiere per il restauro delle
campane della Torre Civica Sono temporaneamente sospese le visite guidate sulla Torre Civica dal 25 marzo, in seguito all’apertura del cantiere di restauro delle campane a cura della Parrocchia dei Santi Faustino e Giovita. Il CPAE ha affidato da 4 giugno 2007 l’esecuzione dei lavori alla Ditta Rubagotti Carlo srl di Cologne che provvede all’impegnativo recupero conservativo delle campane e della struttura portante con la direzione tecnica degli architetti Sira Savoldi e Davide Sigurtà della Ditta Recuperando di Lonato, in collaborazione con il geom. Flavio Carradore, responsabile dell’Ufficio Tecnico della Parrocchia di Chiari. L’intervento sul concerto campanario di proprietà parrocchiale intende revisionare completamente le undici campane e l’intera struttura in ferro. Le operazioni di smontaggio, eseguite da Carlo Rubagotti coadiuvato dai figli Giacomo e Luca, avvengono in loco. Protette adeguatamente le aperture della cella campanaria, i tecnici provvedono infatti a smontare e capovolgere le campane, con operazioni di sabbiatura preliminare. Particolarmente delicata è la fase di revisione che interessa la ferramenta di supporto, le parti in legno, i contrappesi in ghisa delle campane mentre viene riservata in corso di restauro un’attenzione specifica ai battacchi, agli elementi in cuoio e alle strutture di sostegno. Tutti i motori elettrici che comandano il funzionamento delle undici campane vanno sostituiti, come pure i meccanismi rotanti e i telai in ferro. Un intervento radicale di recupero riguarda specialmente la quarta campana che risulta maggiormente deteriorata. Si prevede l’installazione di un doppio dispositivo di azionamento delle campane, con comando a distanza computerizzato e con il sistema tradizionale a corda. Viene anche revisionata la passerella che sovrasta il piano di calpestio della cella campanaria: le parti lignee del rivestimento, che versano in una condizione di seria compromissione statica, vengono sostituite con un moderno sistema grigliato. I tempi di attivazione del cantiere prevedono la conclusione dei lavori entro il 25 maggio: per la solennità del Corpus Domini è in calendario l'inaugurazione del concerto di Chiari che, per il pregio storico e musicale, rappresenta un prezioso vanto per la nostra città | ||||
Tornate in alto | ||||
30 marzo. Inaugurazione a
Chiari del distaccamento Croce Bianca di Brescia In Viale Bonatelli, in alcuni locali dello stabile di proprietà della Fondazione Istituto Morcelli, è stato attrezzato il distaccamento della Croce Bianca di Brescia, attivato nella nostra città come terza sede associativa decentrata in Provincia, dopo Montichiari e Pontevico. Sono intervenuti all’inaugurazione ufficiale della nuova sede il Prevosto di Chiari, Mons. Rosario Verzeletti, don Giovanni Amighetti, vicario parrocchiale e padre spirituale della Croce Bianca della Città di Chiari, il Sindaco di Chiari, cav. avv. Sandro Mazzatorta, il presidente della Croce Bianca di Brescia, Filippo Seccamani Mazzoli, il comandante della Croce Bianca di Brescia, Roberto Alghisi, Margherita Ferraro responsabile del distaccamento Croce Bianca di Chiari, l’assessore alle Politiche Familiari rag. Fabiano Navoni, l’assessore regionale Mario Scotti, l’assessore provinciale Alessandro Sala e il direttore DEA e responsabile SSUEm118 Spedali Civili di Brescia dott. Paolo Marzollo. Gli ambienti concessi in locazione dalla Fondazione Istituto Morcelli sono stati recentemente riattati per gli scopi associativi con la direzione tecnica dell’arch. Sergio Baresi ed il supporto di numerose ditte clarensi -Impresa Edile Calvetti Enzo e le ditte Piceni Vittorio, Alghisi, Folchi, Morandini, Facchetti, Manenti, Faglia, Emporio Edile e ditta Ministrini. hanno contribuito al rinfresco inaugurale del 30 marzo la Pasticceria Principe ed il Gruppo di Alpini di Chiari. “Il distaccamento Croce Bianca di Chiari- ha precisato durante la cerimonia inaugurale il presidente della Croce Bianca di Brescia, Filippo Seccamani Mazzoli- è operativo dal 31 aprile, con una quarantina di volontari già adeguatamente formati ed abilitati dal Corso di Primo Soccorso -teorico e pratico- svolto a Chiari, presso l'Istituto "Cadeo" e la sede associativa di Brescia. In un secondo tempo, verificate in concreto le esigenze del territorio, sarà possibile attivare una convenzione con il Servizio di Emergenza 118 degli Spedali Civili di Brescia”. La Croce Bianca di Brescia dalla sua fondazione nel 1890 si qualifica come servizio volontario che al presente raduna circa un migliaio di operatori con 24 ambulanze. L’espansione delle sedi distaccate sul territorio della provincia bresciana rappresenta un input di qualità nell’erogazione dei servizi assistenziali. La nuova struttura clarense risulta infatti d’importanza strategica come riferimento per l’Ovest bresciano nel settore assistenziale e dell’emergenza sanitaria, come risorsa utile e vantaggiosa per Chiari e per il territorio ed in grado di mettersi in dialogo proficuo e collaborativo con le altre realtà già operative sul versante dell’assistenza volontaria nell’emergenza sanitaria nella nostra zona. | ||||
3 aprile. Al via il restauro del tetto del duomo Si è completata, giovedì 3 aprile con l’installazione della gru, l’attivazione del cantiere per i lavori di restauro promossi dal CPAE riguardanti la sistemazione del tetto del duomo. Il braccio meccanico ha provveduto al montaggio della gru lungo Via De Gasperi, con transitoria sospensione del senso di circolazione per consentire lo svolgimento delle manovre edili in condizioni di sicurezza. Le opere, affidate all’Impresa Edile Edil C4 di Chiari sono eseguite con la direzione tecnica degli arch. Sira Savoldi e Davide Sigurtà della Ditta Recuperando di Lonato, in collaborazione con il geom. Flavio Carradore, responsabile dell’Ufficio Tecnico Parrocchiale. Tetto del duomo La seria compromissione del tetto del duomo rende urgente l’intervento di manutenzione per le condizioni di generale dissesto della copertura in coppi risalente al 1964 e al 1942 per la cupola. Il deterioramento causato dagli agenti atmosferici, dall’usura del tempo e dall’infestazione di volatili sulle componenti lignee e murarie provoca infatti ripetute infiltrazioni d’acqua e allagamenti interni alla chiesa parrocchiale, rendendo indilazionabile l’intervento. Con il nulla osta della Soprintendenza, in corso d’opera si provvede anche ad eliminare i lucernari del tetto, gravemente deteriorati e pericolosi per un ottimale stato di conservazione della struttura. A completamento del restauro del tetto, viene consolidato il coronamento in mattoni del tiburio e si provvede ad un’adeguata impermeabilizzazione dell’intera superficie del tetto del duomo. | ||||
Tornate in alto | ||||
Termine dei lavori per il cantiere in piazza Zanardelli: 13 agosto 2008 per le piazze-31 gennaio 2009 per il cantiere esterno Iniziano il 1°giugno i lavori del secondo lotto per l’allestimento del Museo della Città nei tre edifici e nelle Piazze Zanardelli ed Erbe. La gara, esperita con procedura su scala nazionale, è stata aggiudicata ad aprile 2008 alla ditta Villa Sergio di San Giorgio, in provincia di Mantova-capogruppo e Azimut srl di Casalmaggiore, in provincia di Cremona-mandante. Con la procedura di aggiudicazione del secondo lotto, si procede alla sistemazione definitiva degli spazi urbani del cuore cittadino ENTRO il 13 agosto 2008 per il settore delle piazze, con la restituzione alla cittadinanza degli spazi aperti e la riduzione al minimo indispensabile per il completamento dei lavori dell’occupazione del suolo pubblico. La conclusione delle opere del secondo lotto e lo smantellamento del cantiere edile negli spazi esterni è programmata in 243 giorni anziché nei 304 inizialmente previsti, con ben due mesi di anticipo, perciò, sulla fine lavori stabilita, dunque, ENTRO il 31 gennaio 2009. Restano da completare solo lavori non pesanti, di impiantistica ed arredo, da svolgere internamente ai locali del Museo della Città, parte del terzo lotto delle opere. L’aspetto decisivo per il centro storico della nostra città riguarda in particolare la compatibilità del cantiere con la vita negli spazi centrali di Chiari in cui abitano i residenti e si svolgono svariate attività commerciali e terziarie. Senza dimenticare le dinamiche della vita parrocchiale, nella piazza principale di Chiari su cui insiste la mole quattrocentesca del duomo intitolato ai Martiri Patroni Faustino e Giovita. | ||||
Tornate in alto | ||||
Dal 29 giugno riapre al pubblico la Torre Civica Nel pieno rispetto del cronoprogramma dei lavori, per la solennità del Corpus Domini, domenica 25 maggio, è tornato a risuonare il concerto delle undici campane della Parrocchia di Chiari, concluse le operazioni di restauro eseguite dalla Ditta Rubagotti Carlo srl. Si è svolto, presso la Sala Repossi del Palazzo Comunale il 23 maggio l’incontro indetto dal Comitato per la Riapertura della Torre Civica coordinato dai Consiglieri Comunali Iris Zini e Davide Piantoni al quale hanno partecipato i rappresentanti dell’associazionismo clarense che regolano lo svolgimento del servizio guidato al monumento per definire la riattivazione della fruizione pubblica del monumento, fissata a decorrere dal 29 giugno. Alla riunione hanno partecipato anche il Consigliere del CPAE, geom. Flavio Carradore e i tecnici Giacomo e Luca Rubagotti che hanno curato il ripristino del concerto campanario. Sono stati illustrati i dettagli dell’intervento di restauro, che ha prodotto un completo risanamento delle parti meccaniche ed elettriche dell’impianto, con sabbiatura specifica delle campane e del castello. E’ stata inoltre prestata particolare attenzione alla fase finale di verniciatura della struttura, con finitura per le campane a base di cera d’api naturale ed olio di lino. Per il piano di calpestio, che permette il camminamento in quota sul castello delle campane, si è provveduto a mantenere la struttura originaria dell’assito ligneo in larice, consolidato e messo in sicurezza, ma conservato integralmente come struttura di interesse storico. Stabiliti in tempi da record, tra il 9 e 19 giugno, a cura del Comune, i lavori di riordino dell’orologio e, grazie all’intervento di uno sponsor privato la ditta General Trading SPA di Rodengo Saiano Unità di Chiari-, anche la ristrutturazione della copertura in coppi della Torre Civica, nell’ambito del progetto complessivo di riordino del monumento varato dall’Amministrazione Comunale. Per perseguire questo importante obiettivo intrapreso dall’Ente Comunale il contributo delle realtà economiche locali rappresenta una risorsa preminente per consentire la realizzazione di interventi a tutela del patrimonio artistico clarense a garanzia di una salvaguardia duratura delle opere di recupero. | ||||
Tornate in alto | ||||
Accordo Quadro Comune-Parrocchia di Chiari E’ stato siglato mercoledì 4 marzo l’Accordo Quadro tra
il Comune e la Parrocchia di Chiari per intervenire in sinergia “per il
bene comune dei giovani”. Hanno sottoscritto il protocollo, in vigore per
il quinquennio 2008-2013, il Sindaco, Senatore Sandro Mazzatorta e
l’assessore alle Politiche Giovanili, rag. Fabiano Navoni con il Prevosto,
Mons. Rosario Verzeletti e l’incaricato del Centro Giovanile 2000, don
Alberto Boscaglia. La convergenza di Comune e Parrocchia, nella reciproca
autonomia istituzionale, intende attuarsi attraverso risposte adeguate
alle esigenze del mondo giovanile con particolare riguardo alle
problematiche derivanti da situazioni di disagio e possibili interventi di
supporto alle famiglie. L’obiettivo consiste nella realizzazione di un
tavolo congiunto di confronto per definire strategie comuni e condivise da
programmare e realizzare secondo uno spirito di collaborazione tra le
parti. “L’Accordo Quadro, valutato anche da don Marco Mori, direttore
dell’Ufficio Oratori e Pastorale Giovanile della diocesi di Brescia - ha
precisato l’assessore Navoni - interpreta i principi della Legge 328/2000
e la normativa regionale vigente in materia con specifico richiamo alla
validità di un sistema integrato e coordinato in favore dell’area
giovanile che intende riconoscere e valorizzare la funzione sociale ed
educativa della Parrocchia e dell’Oratorio nella nostra comunità. E’
sicuramente una base utile per consolidare e sviluppare in futuro nuovi
obiettivi condivisi tra Comune e Parrocchia di Chiari”. | ||||